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La tv in lutto, addio a Maurizio Costanzo

maurizio costanzo maria de filippi
La notizia della sua morte è arrivata in diretta tv. E non poteva essere altrimenti. A diffonderla ieri mattina è stata Myrta Merlino nella sua trasmissione su La7 proprio mentre stava intervistando Vittorio Sgarbi: «Devo darti una brutta la notizia, è con lui che è nato il tuo personaggio televisivo», ha anticipato la giornalista al sottosegretario alla Cultura: «È terribile, è morto nostro padre», il commento di quest’ultimo. Ma Maurizio Costanzo, scomparso, appunto, ieri a Roma all’età di 84 anni - era malato da settimane - è stato un po’ il padre di tutti i volti noti del mondo dello spettacolo, e non solo, degli ultimi cinquant’anni. Basti pensare alla sua Maria De Filippi, la quarta adorata moglie compagna dei suoi ultimi anni, ma anche silenziosa musa ispiratrice. Il culmine di un’esistenza piena di amore dove si sono alternate Lori Sammartino, quindi Flaminia Morandi, mamma dei suoi due figli, e Marta Flavi. Ma è a lei, a Maria, che Maurizio ha rivolto una delle sue ultime dichiarazioni. Come se sentisse avvicinarsi il tramonto della sua vita: «Sono curioso della morte, il mio rammarico è solo quello di lasciare Maria, i miei figli, i miei nipoti». Proprio lui che sapeva schernire la morte. Dicono che Maurizio Costanzo sia stato il padre putativo del piccolo schermo fin dagli anni ‘70 quando iniziò lentamente ad amalgamare la sua professione di giornalista (Paese Sera, Corriere Mercantile, successivamente arrivarono anche la direzione di Grazia, l’Occhio, la Domenica del Corriere) e autore radiofonico, con quella di conduttore e autore tv andando letteralmente a inventare un nuovo genere, il talk show all’italiana. Un genere, ancora oggi, insuperato. “Bontà loro”, “Aquario”, “Grand’Italia”, “Fascination”, i titoli che hanno rivoluzionato la tv, fino a quel 1982 in cui la mente geniale di Costanzo esordisce su Rete4 con il suo “Maurizio Costanzo Show”, il second time più famoso della televisione italiana sulle cui poltroncine sono passati proprio tutti. Qui sono nati personaggi come Vittorio Sgarbi, Giobbe Covatta, Bergonozoni, Simona Ventura, Platinette, tanto per citarne qualcuno. E con loro abbiamo vissuto un po’ tutti, imparando a sentirci meno soli. Scoprendo un nuova casa fatta di “consigli per gli acquisti” e di “buona camicia a tutti”, frasi diventate di uso comune. Fino a pochi mesi fa, fino a ieri. Ma la figura di Maurizio Costanzo non muore con lui. E sono i social che lui poco amava, a celebrarlo. Così è suo il volto che appare nel profilo di Fiorello, quasi un monito a ricordare al mondo che lui, il fenomeno incontrato della comicità, nulla sarebbe oggi se non avesse conosciuto Costanzo. Il primo forse di un mare di messaggi a partire dal presidente del consiglio, Giorgia Meloni, per finire con attori e cantanti. Per lui, per il giornalista con la verve del conduttore che tra un articolo e un editoriale scrisse canzoni cult come “Se telefonando”, fu co autore di un personaggio storico come Fracchia, si spese in politica e nella cronaca affrontando a viso aperto anche la mafia. Erano i tempi dell’amico Falcone, per lui in tv bruciò una maglia con la scritta “Mafia made in Italy” che gli valse un terribile attentato: un’auto imbottita di tritolo che esplose mentre Costanzo e Maria De Filippi lasciavano il teatro Parioli. Era il 14 maggio 1994. Un boato nel cuore di una vita straordinariamente ricca e coraggiosa, dove le cronache ricordano anche lo scivolone della Loggia P2 di Lucio Gelli. Episodio da cui lui prima prese le distanze e poi finì per ammettere. Un neo che non offusca il valore di questa figura straordinaria che oggi, forse saprebbe battersi per il Salone del Libro, con il piglio che dimostrò nel 1995 quando la manifestazione era ancora agli albori e lui, non condividendo la filosofia dei suoi creatori, se ne andò sbattendo la porta. In segno di lutto, fa sapere Mediaset, sono sospesi tutti i programmi di Maria De Filippi.
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