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Mandragora in regia, gol pesanti e assist: così si è preso il Toro

Mandragora

Davide Nicola ci aveva visto lungo con Rolando Mandragora, convocato ieri in nazionale dal ct Mancini. Il tecnico non ebbe alcuna esitazione nel consegnagli le chiavi della mediana del Crotone: era il 2012, il centrocampista aveva appena compiuto vent’anni e un’unica presenza in serie A, collezionata con la Juventus per soli quattro minuti. Eppure Nicola aveva trovato in Mandragora un regista moderno, capace di far girare il pallone con qualità e allo stesso tempo in grado di metterci la quantità in fase di riconquista. Diventò un punto fisso del Crotone che, a fine stagione, non sarebbe riuscito a salvarsi e che nel frattempo era passato nelle mani di Zenga. Mandragora e Nicola si ritrovano anche a Udine, poi il nuovo abbraccio: l’allenatore indica al presidente Cairo e al dt Vagnati il suo profilo per rinforzare la mediana, dalla società lo accontentano e il Toro centra il colpo nel mercato di riparazione.

Pedina mancante

Da tempo i granata non avevano tra le mani un regista puro: nelle varie stagioni si adattarono Rincon e Vives, l’ultimo fu Iori praticamente dieci anni fa. Il progetto Giampaolo si arenò anche e soprattutto per la mancanza del metodista, ora Nicola se lo può coccolare. Perché Mandragora non è fondamentale soltanto nel giro palla, adesso si sta scoprendo bomber: in sei apparizioni ha segnato due gol, il record personale è di tre ma con una stagione intera a disposizione nell’Udinese 2018/2019. «A Crotone è stata una gioia a metà, ero contento per la rete ma è stata inutile per il risultato» raccontava MandragoraPassano dieci giorni ed ecco la replica: un’altra marcatura di rapina, al posto giusto al momento giusto, dopo le imprecazioni per le parate di Consigli sulle sue bordate da fuori area. E, questa volta, è un gol che ha un sapore totalmente diverso, perché da lì sarebbe scoccata la scintilla per completare il ribaltone con il Sassuolo. Ora l’obiettivo è mandare in gol Belotti, che domani farà 200 in A con il Toro e non segna da un mese e mezzo.

Idolo Busquets

Al Fila, Mandragora si è subito inserito benissimo anche nello spogliatoio. «Conoscevo già tanti compagni, mi sono sentito a casa fin dal primo giorno» ha confessato il classe 1997. Tra questi, anche e soprattutto Izzo, entrambi nati a Scampia. L’idolo da ragazzino è Rola «È il mio esempio, cerco sempre di seguirlo».

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