l'editoriale
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25 Giugno 2021 - 07:40
Una parte della verità adesso è nota a tutti: a partire dal 2022 il nascente Aramco Racing Team VR46 sarà team satellite della Ducati in MotoGp, almeno per le tre stagioni successive. Uno dei due piloti sarà Luca Marini, lo ha confermato anche Pablo Nieto (team manager della prossima squadra), mentre il secondo nome sarà annunciato in Austria alla ripresa del Mondiale ai primi di agosto. Ma il principe saudita Abdulaziz bin Abdullah Al Saud, a capo della holding che sponsorizza il team non ha dubbi: «Sarebbe fantastico vedere Rossi competere nei prossimi anni come pilota del nostro Aramco Racing Team VR46 insieme a suo fratello Luca». Lo dicono tutti, ma non il diretto interessato che pensa solo al weekend di Assen: «Abbiamo parlato del futuro con il principe, lui mi spinge sempre a correre nel 2022, ci vuole provare con me e con mio fratello, non me l’aspettavo che lo dicesse in conferenza stampa. Non è una questione di Ducati, però guidare per la propria squadra penso sia molto difficile, Cosa farò nel futuro? Non ho ancora deciso, ci penserò meglio durante la pausa estiva, devo parlarne con Yamaha, con la squadra. Noi vogliamo migliorare i nostri risultati, l’inizio della stagione non è stato fin qui strepitoso, sarà difficile che io continui a gareggiare anche nel 2022. Mi spingono sempre in tanti a guidare una Ducati il prossimo anno, ma sarà difficile che questo avvenga». Però il progetto lo inorgoglisce: «Abbiamo parlato con tante case per il team VR46. Il duello era tra Yamaha e Ducati e alla fine abbiamo scelto Ducati. I rapporti con Dall’Igna e Ciabatti sono ottimi, faremo un bel lavoro insieme. Ma il mio rapporto con la Yamaha va benissimo, abbiamo vissuto insieme i giorni più belli della mia carriera». Ad Assen quattro anni fa, la sua ultima vittoria: «Per me, ma non solo per me, questo non è solo un lavoro. Non puoi guidare solo per i soldi. Per me la passione c’è, è fortissima, continuo a divertirmi tanto. Però i risultati sono importanti anche per divertirsi, perché comunque è una vita stressante, c’è tanta pressione. Gareggiare è bello, ma la pressione è grande». Lo sa anche Pecco Bagnaia, che qui ha già vinto due volte, in Moto3 e Moto2 e ora ci riproverà.
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