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Mandragora chiama Belotti: «Può dare una grossa mano»

Mandragora

L’anno scorso ci ha impiegato pochissimo a prendersi il Toro, ora le responsabilità aumentano anche per Rolando Mandragora. «Ma per raggiungere gli obiettivi non servono quattro o cinque leader, bensì 25 – sottolinea il centrocampista granata – e c’è bisogno di gente che abbia voglia di migliorarsi: vogliamo dimostrare e non parlare, lavorando con grande intensità». E proprio “intensità” sembra la parola chiave del metodo Juric: «Mi ha impressionato per la sua cura dei dettagli e del creare entusiasmo - il tecnico visto da Mandragora - e mi piace molto la sua concezione del lavoro: in ogni esercizio ci chiede grande intensità, speriamo di raggiungere grandi traguardi insieme». Poi ci sono gli obiettivi, con il Toro che viene da due stagioni disastrosi, ai limiti del dramma della retrocessione scampato per due volte: “Innanzitutto dobbiamo fare più punti possibili per portarci in una situazione tranquilla, poi penseremo ad altro - il basso profilo di Mandragora spiegato ai microfoni di Torino Channel - e vogliamo toglierci soddisfazioni importanti, per noi e per questa splendida piazza che pretende tanto ma che è anche pronta a sostenere e a dare tanta carica, come succede qui in ritiro». Anche a Santa Cristina Valgardena, nonostante il lavoro duro e gli allenamenti ad altissima intensità, c’è il tempo per ricaricare le pile: «In albergo ci rilassiamo giocando alla playstastion e ci divertiamo tra di noi facendo degli scherzi - spiega il centrocampista - e anche il momento della grigliata è stato bello: speriamo di viverne tanti durante l’anno, vorrebbe dire che tutto sta andando per il meglio». E Belotti? «Lo aspettiamo per abbracciarlo, può darci una grande mano» l’auspicio di Mandragora. Singo, invece, ha aperto al meglio la sua Olimpiade: 1-0 e 90 minuti in campo nel successo della Costa d’Avorio contro l’Arabia Saudita.

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