l'editoriale
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20 Ottobre 2021 - 07:26
Dallo scetticismo agli applausi, la carriera di Vanja Milinkovic-Savic potrebbe essere cambiata nel giro di due mesi. Nessuno credeva in lui, che fino all’estate scorsa aveva ricevuto più esclusioni che occasioni in tutte le squadre e con tutti gli allenatori che aveva avuto. Poi, la svolta con Ivan Juric: prima la promozione a titolare, poi i responsi del campo. E, pur con qualche “schiaffone”, una crescita che sembra costante. «Parliamo di un portiere che per struttura fisica e gioco coi piedi è di livello davvero alto, ma in passato non ha lavorato quanto avrebbe dovuto sulla tecnica di base» la frase estiva del tecnico non propriamente affettuosa verso l’estremo difensore. I primi clean-sheet, una sicurezza sempre maggiore nelle uscite e nella gestione della difesa, il rigore sfiorato ad Aramu: questi i primi segnali di miglioramento, fino all’apice raggiunto al Diego Armando Maradona. Oltre ad aver azzeccato l’angolo di tiro di Insigne, Milinkovic-Savic è riuscito a respingere il penalty e ad essere reattivo per bloccare il pallone in un secondo tempo. «Non guardare indietro, ma continua a spingere e a crederci» la frase postata sui social dal portiere, sotto all’immagine in cui allarga le braccia per prepararsi ad affrontare Insigne dagli undici metri. Così Vanja prova a diventare Milinkovic-Savic, con l’obiettivo di non essere etichettato soltanto come “il fratello di Sergej”, il centrocampista che gioca nella Lazio. I due hanno un rapporto splendido, tanto da andarsi a vedere a vicenda tra l’Olimpico Grande Torino e l’Olimpico di Roma. Poi c’è la passione del granata per il basket, tanto da essere stato protagonista sui social del club di via Arcivescovado di una giocata da applausi: era il ritiro di Santa Cristina Valgardena, il portiere si esibì in una schiacciata facendosi passare il pallone sotto a una gamba mentre era in volo. In tanti pensavano fosse un cestista mancato, ora il serbo sta facendo ricredere tutti. È ancora lontanissimo dalla definizione che ne aveva dato il presidente Urbano Cairo quando lo acquistò, che decise di soprannominarlo “Donnarumma serbo”. Di strada ce n’è ancora tantissima da fare, ma intanto ha intrapreso quella giusta: ora Milinkovic-Savic sta acquisendo fiducia, e soprattutto la trasmette al reparto e alla squadra. E pure ai tifosi, che dopo lo scetticismo iniziale gli riservano sempre più applausi.
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