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Allegri: «Non mi sento a rischio». Ma fra i tifosi è toto-allenatore

Allegri
«Non mi sento a rischio. Non ho avuto nessun confronto con la dirigenza. In questo momento, dobbiamo stare in silenzio, lavorare e tirarci su un passettino alla volta». Così Massimiliano Allegri, dopo la seconda sconfitta in due partite in Champions League, prova a dribblare le voci che, soprattutto sui social, si sintetizza in #AllegriOut. All’ad Maurizio Arrivabene è stato anche chiesto l’esonero di Allegri, ma lui al tifoso ha risposto «quello nuovo lo paghi tu?». Solo una battuta, certo, ma con profondo senso di verità per una società un segno meno accanto a 250 milioni di euro nel bilancio: esonerare Allegri significa continuare a pagargli l’ingaggio da otto milioni di euro e allo stesso tempo sborsarne altrettanti per il nuovo allenatore, ché uno con la missione Champions è ben difficile accetti di essere pagato molto meno.

E poi, chi c’è sul mercato? Questa forse è la domanda principale che si fanno i tifosi. Al momento i nomi d’alto profilo liberi si riducono a Tuchel, appena cacciato dal Chelsea, che la Champions sa come si vince, e Mauricio Pochettino, il quale è sì apprezzato ma non ha mai vinto niente di rilevante né al Tottenham (e questa non è una notizia) né al PSG (ecco, questa invece è una dimostrazione dei limiti). Certo, i tifosi sognano Zidane, il quale a sua volta sogna la panchina della nazionale francese al momento occupata da Deschamps: in caso di fallimento al mondiale in Qatar, allora gli scenari cambierebbero, con l’ex allenatore della Juve in B che potrebbe essere tentato di tornare a casa. Speculazioni da bar, però, tanto che a dar retta al sentimento popolare, allora, ci sarebbe Alex Del Piero che ha appena preso il patentino da allenatore. Ma l’esperienza con Andrea Pirlo induce a nuovi salti nel buio.

Altra domanda? Cacciare Allegri cambierebbe davvero qualcosa? Sì, la Juve stenta in campionato, ha praticamente un piede fuori dalla Champions, ma soprattutto non c’è un’idea di gioco, bello o brutto che sia. Si ha la sensazione che tutto fosse affidato all’estro dei colpi di mercato estivi - quelli che Allegri voleva sono arrivati, quindi zero alibi -, ma gli infortuni hanno scompigliato le carte in tavola. Poi è vero che tutto si sarebbe potuto gestire meglio, a partire dalla farsa del menisco di Pogba, alla telenovela Rabiot. Ma ci sono elementi oggettivi: al di là del disastro Var, comunque una squadra che punta allo scudetto o alla Champions si era fatta prendere a pallate dalla Salernitana! E questo inizio di stagione ha dimostrato che Bonucci orfano di Chiellini mostra limiti inquietanti e che Bremer è quello che è...

Domenica sera, in ogni caso, è già tempo di un’altra sfida, contro il Monza che ha appena messo sulla panchina Palladino (ex Juve peraltro). «Bisogna cercare di chiudere al meglio - dice Allegri, pensando poi alla pausa quanto mai opportuna per le nazionali -Sono momenti che fanno parte del calcio. Credo sia la prima volta che la mia squadra perde due gare di fila in Champions. Il percorso è complicato, ma non è tutto compromesso. I fischi? Sono giusti perché abbiamo perso in casa, adesso non ha senso parlare ma bisogna trovare le soluzioni - aggiunge l'allenatore - e la devo trovare io: non ho niente da rimproverare ai ragazzi, ma tutti dobbiamo fare qualcosa in più».
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