l'editoriale
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24 Settembre 2022 - 00:02
Raspadori (Depositphotos)
Due notizie per Roberto Mancini dal ritorno in campo dell’Italia. Quella buona è la possibilità, nonostante tutto, di vincere il girone e andare alle Final Four di Nations League dopo l’1-0 all’Inghilterra (nell’altra partita, l’Ungheria ha battuto la Germania). Quella cattiva è che c’è tanta buona volontà ma poca qualità.
Alcuni vuoti a San Siro e questa è una prima risposta al disinteresse che questo periodo della Nazionale provoca nei tifosi. Ma Mancini non può farci caso e complici le assenze è costretto a proporre un 3-5-2 non proprio nelle sue corde, con Raspadori e Scamacca che almeno si conoscono bene. Una chance importante per entrambi, al tirar delle somme un’occasione mancata dal primo, che non ha inciso, e sfruttata perfettamente dal secondo.
L’Italia prova a far la partita, l’Inghilterra non ci prova nemmeno. Così i primi cinque minuti sono promettenti, con Scamacca che sfiora il vantaggio di testa e più complessivamente gli azzurri che chiudono alle corde i loro avversari. Un’illusione, ché poco alla volta la squadra di Mancini si fa coinvolgere dai ritmi da thè e pasticcini delle 5 che gli inglesi vogliono, perché si capisce chiaramente che a loro di questa partita interessa zero nonostante i tre punti in palio e la possibilità concreta (per loro) di retrocedere.
Il gioco non passa mai per i piedi di Jorginho, con Barella più volte improvvisato regista, e lo spettacolo è modesto. Non meglio la ripresa, con un lampo bellissimo quando finalmente Raspadori onora il 10 che porta sulle spalle: lancio alla Bonucci di Bonucci e il neo napoletano si veste da Insigne piazzandola a giro sul palo lontano. Un premio per chi ci ha creduto di più in una serata complessivamente modesta. E l’Italia giustifica la superiorità con il palo colpito da Dimarco. L’Italia non è questa, perché tra infortuni e mancate convocazioni per motivi personali, Mancini ha altri conigli da tirare fuori dal cilindro. Ma l’Italia è questa, perché l’involuzione tecnica e tattica dopo la vittoria degli Europei 14 mesi fa è inarrestabile. Pensare ai Mondiali mancati, adesso non pesa. Pensare agli Europei tra meno di due anni in Germania mette ansia.
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