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OGGI IL VERDETTO?
20 Aprile 2023 - 07:00
Da sinistra, Agnelli, Nedved e Arrivabene
Quando il procuratore generale Ugo Taucer - l’accusa per intenderci - ha cominciato dopo due ore di dibattimento a chiedere «il rinvio alla Corte d’Appello per l’esistenza di una carenza di motivazione riguardo la penalizzazione dei punti, che deve essere valutata in un nuovo processo» si è cominciato ad aprire uno spiraglio in positivo per la difesa della Vecchia Signora. Che ha chiesto ancora una volta a gran voce «l’annullamento dei -15 punti di penalizzazione in classifica». I classici 90 minuti, della partita più importante per la Juventus, però, non basteranno neanche questa volta. La Camera di Consiglio del Collegio di Garanzia, dopo un’ora e mezza di riunione, ha deciso di lasciare attorno alle 19 di ieri il Foro Italico romano e di rinviare la decisione sul ricorso alla giornata di oggi.
Il presidente della Juventus Gianluca Ferrero era presenta Folo Italico di Roma dove è stato presentato il ricorso contro la penalizzazione in classifica
Si va ai tempi supplementari, dunque. Nella speranza, in casa Juventus, che non si finisca ai rigori, magari con un «processo da rifare», come richiesto dal procuratore generale, «pene da rimodulare», e tutto ciò che ne consegue, con un campionato ancora tutto da decidere. Dalle sue parole, però, si evince che la pena affibbiata ai bianconeri nel gennaio scorso sia stata mal spiegata e soprattutto mal tarata, specie se si considera che la Juventus era già stata assolta due volte per gli stessi capi di accusa.
La giornata era cominciata come da crono-programma alle 14:30 puntuali. Dopo aver respinto Codacons che chiedeva l’assegnazione dello scudetto 2018/2019 al Napoli, la parola è passata ai legali della Juventus e dei suoi ormai ex dirigenti. Ad aprire le danze il durissimo intervento dell’avvocato del club Maurizio Bellacosa, che ha parlato di «sentenza piena di errori, motivo per cui chiediamo l’annullamento senza rinvio alla Corte», visto che «sono stati violati principi basilari del processo sportivo». Il legale ha poi sottolineato che gli atti di Prisma, che hanno portato alla riapertura del processo, non citano le 15 operazioni contestate dalla Procura federale nel primo deferimento su cui tutto questo procedimento ancora si basa, ma «solo di un contesto generico, tanto che la revocazione chiesta dalla Procura doveva essere inammissibile». Continua chiedendo al Collegio se «davvero ci siano stati i fatti nuovi per il Codice di Giustizia sportiva Figc che potevano determinare l’ammissibilità della revocazione, visto che gran parte delle intercettazioni erano note già nei primi due gradi di giudizio che avevano portato all’assoluzione». Bellacosa ha evidenziato inoltre che, nel deferimento, al club venivano contestati solo gli articoli 31 e 6 del Codice di Giustizia sportiva: «Com’è possibile contestare il 4? (quello della mancata lealtà, ndr). E’ tutto sbagliato». Ora la palla, anzi il pallino, è nelle mani degli arbitri, i giudici. La partita non è ancora finita.
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