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LE PAROLE

Buongiorno traccia la strada: "Serve un Toro più italiano"

Il giovane difensore parla da Pinzolo e rivela: "Ecco chi sarà il capitano"

Alessandro Buongiorno

Il difensore del Torino, Alessandro Buongiorno

Aspettando i rinforzi sulla trequarti, necessari dopo il doppio addio di Nikola Vlasic e Aleksej Miranchuk, il tecnico Ivan Juric si affida alle vecchie certezze. Su tutte c’è Alessandro Buongiorno, che in realtà tanto vecchio non è: il classe 1999, infatti, ha ancora tutta la carriera davanti, ma nel frattempo si è legato al Toro con il prolungamento fino al 2028. Il canterano si è presentato davanti ai microfoni nel ritiro di Pinzolo, il centrale ha fatto un primo bilancio di questa parte di preparazione estiva.

Buongiorno, quali sono le prime impressioni di questo ritiro e quali sono le emozioni nel vedere così tanti tifosi a Pinzolo?
«La presentazione è stata una bella serata con tanti tifosi, siamo rimasti tutti molto contenti. Qui abbiamo ripreso i concetti sviluppati in allenamento e negli scorsi anni, ora dobbiamo soltanto portarli avanti e migliorare ancora. I lavori sono tosti, negli ultimi giorni ha anche piovuto molto ed è tutto faticoso, ma noi siamo qui per questo e per recuperare la forma».
Da ragazzo alle prime armi sei diventato un leader: ti rivedi nei giovani convocati da Juric?
«Tanto… Mi piace dar loro consigli perché ero in quella situazione fino a qualche tempo fa, cerco di aiutarli perché possano crescere ancora. N’Guessan e Dellavalle sono due prospetti importanti, ora sta a loro capire cosa gli chiede il mister e lavorare sodo per migliorare»
Cosa c’è di più in te e nel Toro rispetto all’anno scorso?
«Ho molta più consapevolezza: all’inizio dovevo giocarmi le mie carte, ora mi sento più leader e nel ruolo di poter aiutare i compagni. Mi sento più responsabile sul campo. Anche come squadra abbiamo acquisito consapevolezza nel gioco e in ciò che dobbiamo fare, siamo più uniti».
Ti piacerebbe che lo zoccolo duro italiano andasse avanti?
«Il fatto che il gruppo si consolidi è una delle cose più importanti. Pensiamo poco alle voci di mercato, chi è qua deve allenarsi al massimo. A livello di squadra, è arrivato Bellanova che è italiano e consolida questo gruppo: è molto importante avere un’anima italiana, ma ancor di più che capisca cosa sia il Toro»
Cosa è diventato il Toro per te?
«Il Toro è famiglia: ci sono cresciuto, sono migliorato negli anni e ho trovato compagni fantastici e tifosi incredibili che mi hanno fatto sentire parte del tutto. Sono contento di rappresentare questo per loro. Darò sempre il massimo in campo e cercherò di portare avanti questa cosa fuori dal campo».
Quali sono gli obiettivi personali e di squadra?
«E’ arrivata la chiamata in Nazionale, vorrei tanto continuare su questa linea: sarebbe bello essere tra i convocati per le partite di settembre. Come squadra, invece, vogliamo migliorare il livello tecnico per arrivare più in alto in classifica e far sì che si possa alzare l’asticella».
Sarai tu il capitano o Rodriguez?
«Credo che la fascia sia di Rodri, ma a me fa super piacere ed è giusto che il capitano rimanga lui: è stato comprensivo e bravo a farmi leggere i nomi a Superga lo scorso 4 maggio.
Ti immagini di diventare una bandiera granata?
«Sarebbe una cosa bellissima. Il Toro deve essere un punto di arrivo: bisogna cercare di alzare l’asticella e di migliorare come squadra, singoli e società. Un po’ tutto e tutti».

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