Mancini dimentica l'Italia: "Voglio fare la storia dell'Arabia"

Chi si aspettava delle spiegazioni è rimasto deluso, Roberto Mancini ha voltato definitivamente pagina. Alla presentazione da nuovo commissario tecnico dell’Arabia Saudita, infatti, l’ex azzurro non ha quasi nominato l’Italia e la sua vecchia nazionale. Di certo, non ha toccato le delicate tematiche legato al suo strappo con la Federazione e con il presidente Gravina, ma si è subito tuffato nella sua nuova avventura da circa 100 milioni di euro per quattro anni, fino al 2027. In tanti lo hanno accusato di essere un traditore, «Mi hanno trattato come il mostro di Firenze, Pacciani» diceva Mancini stesso, intanto si è insediato alla guida dell’Arabia Saudita.

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«Ho fatto la storia in Europa, ora è il momento di fare la storia qui» le sue parole del video social per annunciare il suo sbarco a Ryad. Poi, al fianco del presidente della Federcalcio saudita, Yasser Al Misehal, si è presentato ufficialmente al suo nuovo popolo. «Voglio ringraziare al presidente per avermi scelto e sono molto orgoglioso di essere qui e di iniziare il mio lavoro - ha dichiarato Mancini - e i prossimi giorni saranno molto importanti, ma ho già iniziato a vedere diversi video dei giocatori». Ora aspetta i suoi collaboratori: «Ho iniziato a parlare con la Federazione a metà agosto, è normale che alcuni dei miei assistenti non sapessero di questa situazione e in questo momento devono risolvere la situazione in Italia - ha spiegato - e per il momento siamo qui, poi gli altri ci raggiungeranno: abbiamo tempo sufficiente per fare tutto». Intanto, ha già fissato i primi obiettivi: «Vogliamo vincere la Coppa d'Asia, abbiamo qualche amichevole e poi 20 giorni per preparare il torneo: ci saranno tanti squadroni ma puntiamo a vincere il torneo».

Anche perché il movimento saudita è cresciuto moltissimo: «Dal 2018, quando ho affrontato l'Arabia Saudita con l'Italia, il movimento è migliorare molto e credo che il potenziale si sia ulteriormente alzato - e credo che i giocatori siano migliorati tanto negli ultimi 10 anni, vogliamo diventare i migliori d'Asia e servirà lavorare ma anche una buona atmosfera». Il bacino di calciatori, poi, sembra molto interessanti: «In Italia non abbiamo solo tre giocatori da scegliere per squadra (in Arabia Saudita c'è il limite di 8 stranieri tesserabili, ndr), questa è una buona cosa per noi, abbiamo tempo per decidere tutto - ha concluso Mancini - crediamo molto nei giovani talenti: sappiamo che nell'Under 21 e nelle selezioni giovanili abbiamo tanti giocatori buoni».

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