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LA NUOVA ITALIA
04 Settembre 2023 - 17:53
Il nuovo capo delegazione azzurro, Gigi Buffon
Da Luciano Spalletti a Gigi Buffon, per il presidente della Figc Gabriele Gravina sono giornate di presentazioni e di grandi novità alla guida della Nazionale. «E’ iniziato un nuovo capitolo di questa storia, sono giornate di forti emozioni dopo un’estate turbolenta - ha detto il numero uno del calcio italiano - e adesso un monumento azzurro come Buffon torna in azzurro: per lui l’Italia è una seconda pelle, lo avevo già contattato ma è testardo e aveva preferito tornare a Parma. Adesso però finalmente è con noi». Così Gigi si è preso la scena, presentandosi come nuovo capo delegazione della Nazionale.
Buffon, l’eredità di Vialli è davvero pesante.
«Il ricordo è immenso e bellissimo, avevamo un rapporto straordinario fuori dal campo. Ci scambiavamo continuamente le maglie, c'era una condivisione totale e devo dire che sarebbe sbagliato pensare di arrivare subito al suo livello. Ognuno di noi ha un proprio passato, un percorso, riesce con gli anni a darsi delle risposte che da giovane non riesci a darti. Poter venire qui cercando di riproporre Vialli sarebbe sbagliato, non sarei all'altezza. Cercherò di essere ciò che sono sempre stato che poi è il motivo per cui qualcuno mi ha apprezzato».
Quali sono i portieri italiani più interessanti?
«Il serbatoio è cresciuto molto, ora ce ne sono 5-6 di un livello elevatissimo senza toccare Donnarumma che è un portiere consacrato. In tanti stanno dando risposte importanti, a cominciare da Vicario che in Premier crescerà, oltre a Provedel e a Meret, con quest’ultimo che ha vinto lo scudetto. E non dimentichiamo Falcone a Lecce, Di Gregorio a Monza e Carnesecchi all’Atalanta».
Rimpianti nell’aver mancato il sesto Mondiale?
«E' un cruccio, avrei fatto qualcosa di unico nella storia. Ma la vita è stata talmente benevola nei miei confronti per quello che mi ha dato e mi dà che mi ha ampiamente ripagato per quel dispiacere. L'Europeo è stato una magia, un obiettivo che l'Italia ha raggiunto supportata anche da 3-4 situazioni fortunate che ti permettono di arrivare a essere campione. E la non qualificazione è stata la stessa cosa, ci sono stati tanti episodi contro».
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Hai sentito Bonucci in queste settimane?
«Ha fatto una scelta ponderata, lui è abituato a lottare e a raggiungere le cose e i traguardi dandosi da fare anche tra le difficoltà. Leo in azzurro? sono l'ultimo a poterlo dire perché sono rientrato da dieci minuti e non ho nemmeno i titoli per poterlo fare».
Stupito da Mancini?
«E’ stata una scelta inaspettata alla quale però la Federazione ha dato delle risposte molto celeri e convincenti. Ora c’è Spalletti, con un commissario tecnico come lui avrò ben poco da dire perché ha una grande completezza nei suoi ragionamenti».
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