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tennis e motori

Sinner, è tempo di sorprese. Visita speciale per lui

Mentre Djokovic polemizza a distanza con l'Atp

Sinner, è tempo di sorprese. Visita speciale per lui

Sinner in visita alla Ferrari a Maranello (foto Ferrari.com)

Un rosso, anzi il rosso per antonomasia, Jannik Sinner, a bordo della Rossa per antonomasia, la Ferrari. Il giorno dopo l'annuncio dello sbarco in Formula 1, come Friend of F1, il numero 1 del tennis azzurro ha fatto visita alla scuderia del Cavallino a Maranello. "La Ferrari è la storia e quel suono unico...", ha detto Sinner. Un altro giorno unico per il 22enne della Val Pusteria. Il numero 4 del mondo, il tennista più amato dai tifosi nel 2023, ha varcato per la prima volta i cancelli di Maranello, quartier generale del Cavallino Rampante. "Sia il tennis che l'automobilismo sono considerati sport individuali, perché in campo o sulla monoposto si è soli - ha detto Sinner - Ma per ognuno di noi è fondamentale avere alle spalle una squadra che lavori in armonia per il raggiungimento di un obiettivo. E i sacrifici che fanno i componenti del team sono gli stessi di chi gioca o chi guida. In alto si arriva solo insieme, da soli non si va lontano".

Sinner ha fatto un giro a bordo della SF90 Spider Assetto Fiorano insieme al responsabile dei collaudatori Raffaele De Simone

Nel corso della visita, l'altoatesino ha incontrato il ceo Benedetto Vigna e il team Principal della Scuderia di Formula 1 Fred Vasseur. Il factory tour ha incluso una visita al Reparto Classiche e un giro a bordo della SF90 Spider Assetto Fiorano con il responsabile dei collaudatori Raffaele De Simone. Partner della Formula 1 per il 2024, Sinner ha assorbito la passione per i motori dal padre e dal nonno. In pista, ha detto, "mi sono sentito avvolto dalla vettura, come se fosse un'estensione del mio corpo. Un po' come la racchetta: solo decisamente più grande...".

E a proposito di team, proprio mercoledì 13 dicembre, i suoi due allenatori Vagnozzi e Cahill sono stati eletti "allenatori dell'anno, insigniti dell'Atp Award of the Year. Una notizia che non è stata presa molto bene, almeno da quanto scritto sui suoi profili social, dal numero uno al mondo, Novak Djokovic: “Goran - ha scritto rivolgendosi al suo coach, l'ex campione croato Ivanisevic -, suppongo che abbiamo bisogno di vincere 4 slam su 4 per far si che tu, forse (e dico forse), possa essere considerato coach dell’anno. Chiudere l’anno da numero 1 vincendo tre slam e le ATP Finals e aver fatto la storia di questo sport non è abbastanza, mio caro coach”.

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