Toro, Cairo si gode il successo con l'Empoli. I complimenti inaspettati del presidente

Il Torino ha vinto sabato, di misura, contro l’Empoli grazie alla rete di Zapata. Un successo importante per i colori granata e per l’allenatore Juric, che anela da anni quel salto di qualità per andare in Europa. Il presidente del Torino, Urbano Cairo al termine della partita ha rilasciato alcune dichiarazioni: «Non è stata una bellissima partita, però ho visto un primo tempo anche buono con tante occasioni e belle opportunità e poi il gol annullato a Sanabria, ma subito mi ero accorto che Vlasic era in fuorigioco. Peccato perché è stato un gol veramente bellissimo, per altro Sanabria ha fatto quell’assist, che non è proprio un assist perché per ultimo ha toccato Bellanova, ma è stata una palla veramente magica per cui bene. Nel primo tempo c’era stata anche quella palla di Sanabria suo cross di Zapata e ancora Ilic. Si è creato parecchio e si poteva fare anche  almeno il due a zero. Poi il secondo tempo un po’ più di controllo, però sono quelle partite in cui quando tu controlli e non prendi gol e fai il terzo clean-sheet di fila in casa e l’ottavo del campionato è perché cominci ad avere una solidità e anche un cinismo, tra virgolette, della squadra interessante».

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«Il mister - prosegue - era contento perché aver dimostrato questo tipo di compattezza conta. Vanja comincia a fare delle cose davvero importanti, con l’Atalanta e a Frosinone e contro i toscani. Sta crescendo parecchio. So che si sta allenando veramente bene, forse grazie anche al metodo del nuovo preparatore che da inizio stagione sta facendo un bel lavoro, facendo sviluppare a Vanja qualità in cui non eccelleva particolarmente. Siamo alla sedicesima giornata e abbiamo tanto tempo davanti, ma queste cose sono belle perché ti danno il senso di una squadra che ha maturità e compattezza. Comunque il tempo davanti è tanto, però adesso dobbiamo continuare dando ulteriore continuità. Sabato ci sarà un'altra partita molto importante con l’Udinese e poi altre a seguire, non dobbiamo montarci la testa».

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