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29 Dicembre 2023 - 08:57
Michael Schumacher, sette volte campione del mondo di Formula 1
L’ospedale di Grenoble forse lo conoscevano solo nel Rodano-Alpi. Per non parlare di Meribel, dove di certo non si scia come a Chamonix. Due anonime località francesi, che il 29 dicembre 2013 sono finite su giornali, tv e siti di tutto il mondo. Legate al dramma che ha coinvolto il più grande pilota di Formula 1 di sempre: Michael Schumacher. Il Kaiser per i tedeschi, Schumi per i ferraristi, l’uomo che ha riportato la Rossa a vincere dopo decenni di oblio quel giorno rischiò la morte sulle nevi. Sopravvisse, ma di lui, della sua vita e delle sue condizioni di salute non si sa più nulla o quasi. Oggi, dieci anni esatti dopo quella terribile mattina sulle montagne francesi, attorno a Schumi aleggia infatti il mistero.
L’incidente e il coma
Due giorni prima di Capodanno, la notizia che sconvolse il mondo dello sport: durante una discesa con gli sci in un fuori pista sulle nevi, Schumi era caduto e aveva sbattuto la testa contro una roccia. Operato a Grenoble per trauma cranico e per l’emorragia cerebrale, è finito in coma. Per giorni il mondo ha tenuto il fiato sospeso, mentre gli operatori tv si arrampicavano sulle cime di Meribel per mostrare il luogo esatto dell’incidente e fuori dall’ospedale di Grenoble erano accampati centinaia di giornalisti. Si temette il peggio, prima che l’ex ferrarista venisse dichiarato fuori pericolo dai medici. I quali, poco avvezzi alla notorietà, in quei convulsi giorni erano di fatto “obbligati” a tenere periodiche conferenze stampa in ospedale davanti a una selva di cronisti per aggiornare il mondo intero sulle condizioni di salute dell’ex campione. «Se non avesse indossato il casco non sarebbe arrivato vivo in ospedale», così parlò il dottor Jean-Francois Payen, capo del reparto di anestesia e rianimazione di Grenoble, che poi azzardò «tre anni» per il recupero di Schumacher.
La riabilitazione
Uscito dal coma nel giugno 2014, sei mesi dopo l’incidente, Schumacher ha iniziato il percorso riabilitativo presso il centro di neuroscienze dell'ospedale universitario di Losanna. Dalla struttura, il sette volte iridato è stato dimesso nel settembre 2014, per essere trasferito a casa. La famiglia, con la moglie Corinna in testa, da quel momento ha preso una decisione: silenzio totale o quasi su tutto ciò che riguardava Michael. A parlare - poco - era solamente Sabine Kehm, storica portavoce del tedesco fin dai primi anni in Ferrari.
Dov’è Schumi ora?
Ed ecco che si arriva a una domanda che potrebbe essere definita “da un milione di dollari”: dove vive oggi Schumacher? Ma la risposta è tutt’altro che semplice. Perché su dove si trovi fisicamente l’ex ferrarista non c’è certezza. Uscito dalla clinica di Losanna, Schumi ha continuato la riabilitazione sempre in Svizzera, nella villa di Gland che si affaccia sul lago di Ginevra. Ma due anni fa la moglie Corinna ha messo in vendita la dimora, che si estende su una proprietà grande 20mila metri quadrati e ha un valore di oltre 50 milioni di euro. Con la messa in vendita della villa, tutta la famiglia Schumacher si sarebbe trasferita nelle isole Baleari, a Maiorca. Dove il tedesco possiede da anni un’altra villa affacciata sul mare con una splendida vista panoramica, che si estende su una superficie di 15mila metri quadrati. Villa in passato di proprietà di Florentino Perez, il presidente del Real Madrid.
Visite blindate
Oltre ai familiari - la moglie Corinna, i figli Mick e Gina-Maria, il papà Rolf, il fratello Ralf e qualcun altro - e ai membri dell'equipe medica che lo assiste, le persone che hanno il permesso di fare visita al sette volte campione del mondo sono pochissime. Una scelta precisa della moglie Corinna, che per evitare “spifferate” a giornali e tabloid ha creato un “cerchio magico” fatto di persone fidate. Tra queste c’è Luca Badoer, per anni collaudatore Ferrari e amico di Schumacher. Quando il tedesco era in Svizzera, Badoer andava a fargli visita due volte al mese, per poi uscire dalla blindatissima villa di Gland portando con sé un segreto che non avrebbe rivelato mai a nessuno. Tra i prescelti al capezzale del Kaiser c’è poi Jean Todt, storico team principal della Ferrari che con Schumi ha vinto tutto, prima di diventare presidente della Federazione internazionale dell’automobile.
La foto shock
Nel novembre 2014, a poco meno di un anno dall’incidente di Meribel, una foto shock fece il giro di internet: ritraeva un uomo intubato in ospedale. Su Twitter, una nota comunità spagnola per il sostegno dello sport pubblicava l’immagine scrivendo “así está Schumi” con tanto di link alle notizie sullo stato di salute del tedesco. Inutile dire che quell’immagine fu vista dappertutto e qualche sito d’informazione ci cascò pure, spacciandola per la vera immagine del sette volte iridato. Falso, perché quell’uomo intubato in ospedale non era affatto Schumacher, ma un ragazzo australiano di nome Michael McEwen. Un giovane finito in coma per otto giorni dopo essere stato aggredito da un coetaneo ubriaco nel 2013. Sottoposto a un intervento chirurgico al cranio, McEwen venne intubato e si salvò per miracolo. Anche questa, una storia drammatica, peccato che con quella di Schumacher non c’entrasse proprio nulla. In comune, curiosamente, i due hanno solo il nome, Michael.
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Arrivati a questo punto, ecco l’altra domanda “da un milione di dollari”, forse la più importante: come sta Schumacher? Anche qui rispondere è complicato perché appunto, l’ex campione vive blindato dal resto del mondo e i pochi eletti che hanno l’onore di fargli visita hanno anche l’onere di tacere una volta usciti dalla villa del Kaiser. Ma qualcosa è trapelato. Nel 2020 Elisabetta Gregoraci, nella casa del Grande Fratello Vip disse: «Schumacher non parla e interagisce solo con un comunicatore oculare che attiva con il battito dell'occhio oppure col singolo movimento della pupilla». Verità o bugia? Va detto che la Gregoraci è l’ex moglie di Briatore, team principal di Schumi quando il tedesco era alla Benetton. Probabile quindi che a farle quella confidenza sia stato proprio Briatore. Eddie Jordan, fondatore della scuderia dove corse anche Schumacher, a marzo di quest’anno ha detto: «Michael è lì, ma non c’è». «Schumi c'è, ma non è quello di prima», è invece la dichiarazione che Jean Todt ha rilasciato a L'Equipe solo poche settimane fa. E Todt è una delle poche persone che possono andare a trovare l’ex campione. Le ultime news le ha date il fratello Ralf, anche lui per anni pilota di Formula 1, intervistato dalla Bild: «La vita a volte è ingiusta. Michael nella sua vita aveva spesso avuto fortuna, ma poi è arrivato quel drammatico incidente. Grazie a Dio ci sono state cure moderne, ma nulla è come prima: questo destino ha cambiato la nostra famiglia». Parole che a dieci anni esatti dall’incidente di Meribel, lasciano poche speranze sul recupero di Schumi. Che tra pochi giorni - il 3 gennaio - compirà 55 anni. Un compleanno amaro, come tutti quelli festeggiati dopo quella maledetta mattina del 29 dicembre 2013.
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