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I NUMERI DEL TORO

Dalla difesa top alla marcia da Europa: ecco come Juric è ripartito

Il confronto con l'anno scorso sorride al tecnico, ma adesso bisogna trovare la continuità

Il tecnico del Torino, Ivan Juric

Il tecnico del Torino, Ivan Juric

Il Toro ha mandato subito un segnale con la prima partita del 2024. "I 27 punti sono un bel messaggio" ha esultato il presidente Cairo dopo il trionfo per 3-0 contro i campioni d’Italia in carica. Ed è un numero importante, perché da questi parti non si vede così spesso: soltanto una volta, nel 2016/2017 con Mihajlovic in panchina, i granata avevano collezionato più punti al giro di boa, arrivando a quota 29 e centrando il miglior risultato nell’era dei tre punti. Sette anni dopo, Juric ci è andato molto vicino, anche se riavvolgendo il nastro di questa prima parte di campionato emergono non pochi rimpianti. "Ci manca qualche punto, penso a quelli che abbiamo lasciato tra Monza, Bologna e Fiorentina" il bilancio del croato dopo 19 giornate. Tra demeriti propri e qualche decisione arbitrale infelice, il Toro avrebbe potuto girare anche a quota 30, ma già così è un buon trampolino di lancio in vista della seconda parte di stagione.

"Il nostro obiettivo è quello della continuità" la richiesta del patron, che intanto però si gode un risultato migliore rispetto a dodici mesi fa. Già, perché i granata hanno girato a 27, uno in più del 2022/2023, con gli stessi gol fatti (18) e due in meno subiti (18 a 20). E proprio la difesa resta il vero punto di forza dei ragazzi di Juric, che nonostante l’infortunio di Schuurs sono riusciti a risistemarsi e a mantenere la storica solidità del reparto. Buongiorno e Rodriguez rappresentano le colonne, Tameze si è adattato alla grande e adesso è tornato anche Djidji: là dietro, il Toro si sente al sicuro. Merito di un nuovo assetto che ha dato maggiore solidità, dimezzando i gol presi nel confronto tra le prime nove e le ultime 10 partite del girone, e anche di Milinkovic-Savic, che nonostante le critiche ha collezionato il nono clean-sheet del campionato agganciando lo juventino Szczesny al secondo posto alle spalle di Sommer (a 12).

Il paradosso, però, sta tutto nella classifica: pur con un punto in più, i granata hanno una posizione in meno rispetto a un anno fa (decima e nona). Ciò che conta, però, è la distanza dall’Europa, e su questo i ragazzi di Juric possono ancora sognare. Dodici mesi fa, di questi tempi, il sesto posto distava nove lunghezze, mentre oggi è ad appena tre, con la zona Champions addirittura a sei. "E’ un campionato particolare, siamo tutti lì" ha sottolineato Juric, proiettandosi già verso la trasferta a Marassi. E proprio contro il Genoa ci sarà l’ennesima occasione per la svolta.

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