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pianeta bianconero
10 Gennaio 2024 - 19:18
Massimiliano Allegri e Josè Mourinho si sono incrociati il 30 dicembre scorso all'Allianz Stadium
Lassù in cima c’è un certo Giovanni Trapattoni, con 596 panchine. Sotto il Trap, invece, c’è Marcello Lippi, fermatosi a 405. Ebbene, giovedì sera, al fischio di inizio di Juventus-Frosinone (ore 21), quarto di finale di Coppa Italia, Massimiliano Allegri taglierà un traguardo storico, ovvero quello delle 400 panchine in bianconero.
Allegri, saranno 400 panchine. Sensazioni?
«Sono molto contento e aver raggiunto due mostri sacri del calcio italiano come Trapattoni e Lippi, che ho avuto come allenatore a Cagliari, e Lippi a cui sono legato a livello affettivo, è un grande onore per me. Ma contro il Frosinone la cosa più importante è vincere ed arrivare in semifinale».
Chiesa ci sarà?
«Non è neanche convocato. Oggi il ginocchio stava meglio, non è niente di preoccupante e se tutto procede martedì ci sarà. Cambiaso sta bene. Fuori abbiamo Chiesa, Rabiot, De Sciglio che sta facendo un percorso personale e Kean».
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C’è un problema sulla fascia sinistra?
«Abbiamo lavorato su questo in questi giorni. Basta alzare l’attenzione ed essere meno pigri in fase difensiva. Abbiamo preso gol troppo facilmente, i ragazzi lo sanno».
Che partita si aspetta?
«E’ una partita secca, contro una squadra che gioca ed è spensierata, per loro è un’occasione unica per arrivare in semifinale e battere la Juventus. Per noi la Coppa Italia è un obiettivo, arrivare in semifinale e due partite in più, e va fatta una partita seria e con la testa giusta e grande rispetto. Il Frosinone tutte le partite fa gol e crea sempre pericoli. Gol all’inizio? Con la Salernitana errore tecnico, a Genova, Frosinone lo stesso. Non è prendere gol, che ci sta, è impossibile non prenderne per tutto il campionato, ma vanno presi in un certo modo, non come li abbiamo presi noi».
Tornando alle 400 panchine: rispetto alla prima volta alla Juve si sente più vecchio o più saggio?
«Sono contento di essere calcisticamente più vecchio, quando sono arrivato non pensavo di fare otto anni alla Juventus. Dal 2014 che sono alla Juventus e questo è motivo di orgoglio, è una cosa che mi piace. Qua ho imparato che bisogna vedere sempre quello che succede un minuto dopo e non un minuto prima».
La partita più bella delle 399? Quella che cancellerebbe?
«Cancellare nessuna. Comunque nel calcio, tutti i giorni ci sono sfide, soprattutto con la Champions, si vive per quello e si lavora per quello. Quest'anno mi manca tanto non giocarla. In 8 anni ci sono state tante partite bellissime, abbiamo giocato tante partite importanti. Inutile stare qui a ricordare. Le ricordo tutte con piacere anche quelle più brutte come a Genova quando dopo 20 minuti eravamo sotto 3-0».
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