Ferrari, Sainz o Bearman? Lo spagnolo deve prima superare dei test (non solo medici), ecco quali

Dieci giorni di convalescenza dopo l’intervento di appendicectomia. Per un comune mortale sarebbero comunque pochi, immaginando di riprendere la vita di tutti i giorni. Carlos Sainz invece deve farseli bastare perché dopo aver saltato il Gp dell’Arabia Saudita vuole a tutti i costi essere al via del weekend di Melbourne che scatterà nella notte italiana di venerdì.
PRONTO A TORNARE
Lo spagnolo è pronto a tornare, anche per vendicare quello che è successo un anno fa quando fu penalizzato a corsa già finita per un contatto che in realtà che era apparso a molti come normale in una corsa. Ma per essere al via del Gp d’Australia dovrà dimostrare di essere tornato abile e superare la visita della commissione medica FIA. Succederà solo domani, con una prova che durerà circa 45 minuti. All’inizio il pilota viene testato sulla capacità di reazione e coordinazione nei movimenti, ma in realtà la vera prova del nove è un’altra. Deve dimostrare di saper effettuare l’evacuazione dell’abitacolo entro i dieci secondi stabiliti dal regolamento. Quindi slacciare le cinture di sicurezza e rimuovere il volante in cinque secondi, per scendere dalla vettura e rimettere il volante in posizione, vestito con la tuta da gara.
OLIVER BEARMAN
Due anni fa è successo lo stesso ad Alexander Albon, colpito da appendicite durante il weekend di Monza. Il britannico della Williams riuscì a tornare in tempo per la tappa successiva, quella di Singapore. Carlos è già a Melbourne, ma è anche arrivato Oliver Bearman che non sa ancora quale sarà il suo destino. Sulla carta tornerà a guidare la monoposto del Team Prema Racing in F1. Ma si tiene pronto per ogni evenienza.

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