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CICLISMO
04 Maggio 2024 - 05:00
Uno contro tutti, ma vincerà quell’uno. Perché mai come quest’anno il pronostico, almeno quello, del Giro d’Italia è stato monotematico. Non si accettano proposte diverse da Tadej Pogacar, anche se le alternative al via oggi da Venaria non mancano. Ma il palmarés e lo stato di forma del campione sloveno, cristallizzato in ultimo dalla cavalcata solitaria nella Liegi-Bastogne-Liegi di due settimane fa impongono di non cercare altrove.
Sarebbe il nome più importante nell’Albo d’Oro dopo la doppietta di Vincenzo Nibali e soprattutto un bel traino per il futuro, se gli dovesse riuscire la doppietta con il Tour de France. In fondo l’ultimo è stato Marco Pantani e sono anche passati 26 anni, quindi possiamo farcene una ragione. L’obiettivo di Tadej non è tanto chiudere i conti, quanto farlo in fretta e risparmiare energie in vista della Grande Boucle che scatterà da Firenze a fine giugno. Per questo la UAE Team Emirates gli han affiancato elementi importanti come Rafal Majka, Mikkel Bjerg e Domen Novak che lo aiuteranno in montagna.
In un’ideale griglia di partenza, chi in prima fila con lui? L’usato sicuro, cioé Romain Bardet (Team Dsm-firmenich PostNL). L’esperto francese alla vigilia ha dichiarato che vivrà ogni giorno del Giro come fosse una classica e sa bene come si corre per la classifica. Esattamente come Geraint Thomas (Ineos Grenadiers) e Ben O’Connor (Decathlon AG2R La Mondiale Team) che partono un gradino più sotto.Non finisce qui, ma in effetti gli altri possono aspirare al ruolo di outsider. Stuzzica il nome del 21enne talento olandese Cian Uijtdebroeks (Team Visma | Lease a Bike) che però non ha mai partecipato ad una corsa così faticosa e tattica. E poi Daniel Felipe Martínez (BORA – Hansgrohe), Hugh Carthy (EF Education – EasyPost) e Juan Pedro López (Lidl – Trek).
Ma c’è anche un po’ d’Italia, o almeno ci sono nomi spendibili. Come la coppia della Bahrain - Victorius formata da Damiano Caruso e Antonio Tiberi, la vecchia e la nuova guardia. «Quasi triste ammettere che partiamo tutti battuti. Però sappiamo benissimo che in una gara di tre settimane ci possono essere tantissime variabili e quindi partire già sconfitti è sbagliato perché non si sa mai cosa potrà succedere durante la corsa», ha detto Caruso a poche ore dal via. Ci giochiamo pure Milan (Lidl-Trek) nelle volate, sfidato da velocisti come Fabio Jakobsen e Caleb Ewan, e puntiamo su altri giovani al pari di Tiberi, come Giulio Pellizzari ed Enrico Zanoncello della VF Group - Bardiani CSF – Faizanè.
L’unica parola che conta, al solito, la darà la strada già nelle tre tappe piemontesi. Torino per incoronare la prima maglia rosa, Oropa per dare uno scossone alla classifica, Fossano per i velocisti. Nella prima settimana intera spiccano la crono di Perugia, quasi 40 km e arrivo in leggera salita, e la scalata abruzzese a Prati di Tivo che non farà sconti. Nella seconda invece spiccano l’altra cronometro di Desenzano e il tappone di Livigno che comprende anche il Mortirolo e il Passo di Foscagno. Gli ultimi sei giorni sono devastanti: verso Santa Cristina di Valgardena ci sarà lo Stelvio come Cima Coppi, poi l’arrivo al Passo del Brocon per il vero tappone dolomitico con Sella e Rolle, infine l’Alpago-Bassano del Grappa con al doppia ascesa sul Monte Grappa. La strada per arrivare da Venaria a Roma si annuncia tortuosa.
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