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pattinaggio
23 Agosto 2024 - 06:18
Charlène Guignard e Marco Fabbri sul ghiaccio del Palavela mentre si allenano sul ghiaccio del Palavela
Al momento sono la carta migliore in casa azzurra per le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026, anche per il Team Event. La stagione di Charlène Guignard e Marco Fabbri sta per decollare. Così hanno scelto il ghiaccio del Palavela, teatro del pattinaggio artistico nei Giochi Mondiali Universitari 2025, per testare condizione e programmi anche perché sono doppiamente legati a Torino. «Nel 2014 poco prima delle Olimpiadi in Russia - spiega Marco - Charlène ha ottenuto un aiuto speciale da Torino per ottenere il passaporto italiano e questo non lo abbiamo mai dimenticato. Così come non abbiamo dimenticato i tanti amici che abbiamo qui».
A cosa è dovuta la scelta del Palavela in questa fase di preparazione della stagione?
Marco: «Siamo a nemmeno un’ora e mezza dalla nostra Milano e già lo scorso anno avevamo seguito lo stesso programma. Quando abbiamo chiesto la disponibilità del Palavela ci sono subito venuti incontro, la struttura è come al solito funzionale e spettacolare, abbiamo tutto quello che ci serve».
Charlène: «In effetti tornare qui ogni volta è un piacere. Lo abbiamo sperimentato anche lo scorso febbraio partecipando a “Light On U”, lo spettacolo che serviva a lanciare i Giochi Mondiali Universitari 2025. Il calore del pubblico torinese è speciale, sono sicura che lo sentiranno anche gli atleti delle prossime Universiadi».
A che punto siete con i programmi per la nuova stagione?
Marco: «Ci serve ancora poco per affinarli. Li abbiamo testati di recente in alcuni spettacoli, gareggeremo a settembre nel Lombardia Trophy, poi un’altra gara a ottobre e finalmente sarà Grand Prix a novembre tra Francia e Cina. Il primo obiettivo è centrare le finali di Grenoble, poi penseremo agli Europei di Tallinn e ai Mondiali di Boston».
A differenza di altre coppie della danza, vi siete consacrati più tardi. Due titoli europei negli ultimi 2 anni, l’argento e il bronzo mondiali. Cosa vi dà ancora la forza per continuare?
Marco: «Rispetto ad altri, ci siamo ritrovati insieme più avanti nella carriera e poi io sono partito da zero, perché non facevo danza. Charlène faticava a trovare un partner e così è cominciato tutto. Ma nel nostro sport ci sono gerarchie, giurie da convincere, non è facile e serve pazienza. Ora ci siamo».
Lavorate già in funzione di Milano oppure è un pensiero lontano?
Charlène: «La nostra forza è sempre stata quella di avere tutti gli obiettivi in comune ma anche ragionare un passo alla volta. Quindi, sotto con le prime gare, poi ci penseremo. Anche perché per noi saranno le ultime Olimpiadi».
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