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Dakar 2025: un'avventura tutta torinese, tra dune e sogni

Da Pons a Winkler, generazioni a confronto: la Dakar unisce passato e presente

Dakar 2025: un'avventura tutta torinese, tra dune e sogni

L'avventura della Dakar 2025 dal 3 al 17 gennaio (foto LaPresse)

Il richiamo del deserto ogni anno è forte, anche se questa Dakar c’entra nulla con quella pionieristica degli anni ’80 e non solo perché si è spostata per il sesto anno consecutivo in Arabia Saudita. Un richiamo che anche i torinesi hanno sentito forte. Mentre Iveco sta letteralmente dominando tra i camion, con il ceco Macik in testa dopo le prime tre tappe, compresa la massacrante Marathon di 48 ore, l’obiettivo per tutti gli altri è quello di arrivare in fondo e tagliare il traguardo del 17 gennaio, frazione finale della corsa.

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La veterana della pattuglia torinese, non solo per ragioni anagrafiche, è Fabrizia Pons, nome leggendario nel mondo dei rally a cominciare dalla seconda metà degli anni ’70. Come pilota, ma soprattutto navigatrice di Michèle Mouton ha vinto tutto. Poi si è buttata sui raid partecipando al Rally Dakar insieme a Jutta Kleinschmidt e Ari Vatanen. Quest’anno è tornata come copilota di Luciano Carcheri. Altro veterano di lungo corso è il castiglionese Giuseppe Simonato, alla sua 11esima Dakar. A leggergli le note sarà la giornalista Irene Saderini, volto noto in tv, con Alessio Bentivoglio come tecnico di bordo del loro Iveco.

Tra le moto, il passato e il presente della corsa. Come il 32enne Andrea Winkler che tre anni fa era insieme a suo padre Aldo e questa volta è tornato da solo in sella ad una KTM 450. Nella stessa categoria gareggia anche Cesare Zacchetti, giavenese di fatto anche se non di origini. Per lui è la settima volta e la sua moto è anche una scommessa. Gara di coppia per padre e figlio, Michele e Pietro Cinotto a bordo di due Polaris mentre Gianpaolo Bedin ha progettato un veicolo ex novo. E ancora Daniele Bottallo che affronta la corsa per la terza volta.

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