Juventus-Danilo, addio al veleno: cosa c'è dietro le parole del brasiliano

Nella lunga lettera pubblicata via social aveva già tirato all’attuale dirigenza un paio di stoccate, parlando di «progetto fantasioso». Ebbene, martedì mattina, l’ex capitano Danilo in volo da Caselle verso il Brasile ha rincarato la dose: «Mi sarebbe piaciuto salutare lo stadio ed andare via in un modo diverso, però poi porto con me solo dei ricordi. La Juventus sono i tifosi, non calciatori e dirigenti. La Juve è sempre stata una famiglia, ora questo si è un po’ perso. Sono stati 5 anni meravigliosi a Torino e alla Juventus che sicuramente mi hanno fatto migliore come persona, come uomo, come calciatore, quindi mi porto dietro questi bei ricordi».

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Da capitano a giocatore che non serve più? «No, questa non è una domanda da fare a me - ha aggiunto l’ex di Manchester City e Real Madrid - Io sono sempre stato a disposizione, ho sempre fatto il mio lavoro. Secondo me la cosa che fa capire quello è il rapporto che avevo con la squadra, quello me lo porterò per sempre. Poi le scelte che fanno la società e l’allenatore sono scelte non mie sulle quali non posso incidere. Rimpianti per come è finita? No, non ho rimpianti, come ho detto ho sempre dato la massima disponibilità in ogni senso e mi dispiace non avere la possibilità di salutare la gente allo Stadium, però come ho detto, ho sempre dato il mio massimo dal primo all’ultimo giorno, ho la coscienza pulita».

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«Per me è la maglia della Juventus è la più importante della mia carriera, questi anni alla Juventus hanno sicuramente cambiato il mio livello come giocatore, e per questo devo dire solo grazie». Infine una battuta sul “progetto fantasioso”: «Hanno capito tutti cosa volessi intendere - ha concluso -. Auguro il meglio alla squadra e da oggi sarò un tifoso in più davanti alla Tv. Ora voglio essere felice altrove».

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