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ciclismo
06 Maggio 2025 - 22:17
Fabio Felline, dopo 15 anni da pro, sarà spettatore del Giro d'Italia
Ancora un paio di giorni e il Giro d’Italia prenderà il via per la prima volta dall’Albania. Ancora un paio di giorni e Fabio Felline, per la prima volta dopo 15 anni di ottima carriera da professionista, lo vivrà da spettatore. In carriera ne ha corsi 8, più 4 Tour de France e altrettante Vuelta a España, ma oggi sta programmando la sua seconda vita: non più come atleta, piuttosto come formatore e guida, perché di esperienza ne ha da vendere.
Fabio, che sensazione sarà vedere il gruppo del Giro da fuori?
«Strana e particolare. Non ho smesso perché fisicamente o mentalmente ero finito. Semplicemente non c’erano più le condizioni per andare avanti. Quindi ci siamo lasciati molto amichevolmente con la Lidl-Trek, tanto che oggi sono diventato un testimonial del marchio americano per l’Italia. Per cinque mesi non ho quasi toccato la bici. Avevo bisogno di disintossicarmi da tutta quella vita».
Molti vedono Roglic in rosa a Roma. Tu come la pensi?
«Per esperienza e per la squadra che porta la Red Bull-Bora certamente è l’uomo da battere e in fondo faccio il tifo per lui perché siamo praticamente coetanei e mi sta pure simpatico. Certo, ogni tanto cade o sbaglia. Ayuso è giovane, ma ha già dimostrato quest’anno di andare forte e la UAE è una corazzata».
Ci sarà spazio per l’Italia?
«Tiberi deve dimostrare di essere maturo, credo che per il terzo posto finale sia un candidato credibile. Io spero sempre nel mio amico Giulio Ciccone. Negli ultimi anni non è mai arrivato così carico e in condizione al via del Giro, certo che le cronometro non giocano per lui. Vorrei che nell’ultima settimana fosse ancora a combattere, anche al Sestriere».
Startlist alla mano, Jacopo Mosca sarà l’unico torinese e piemontese al via. Giusto così?
«Diciamo che il ricambio latita, Ganna e Sobrero faranno il Tour. Io intanto ho avviato la mia scuola al Motovelodromo, abbiamo già oltre 20 bimbi iscritti, facciamoli crescere. E l’impianto sta diventando un gioiellino».
Sarà anche il primo Giro senza Gianni Savio...
«Dire che manca è poco. Uno degli ultimi personaggi carismatici nel nostro mondo, ormai non ne trovi più. Per me era un suocero, un confidente, un amico. Quando tornavo dalle corse era bellissimo commentarle con lui. Non manca solo come dirigente, ma come uomo ed è triste».
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