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05 Giugno 2025 - 21:12
Il ct dell'Italia Luciano Spalletti (foto LaPresse)
Non è uno spareggio ma poco ci manca. L’Italia di Spalletti comincia a Oslo contro la Norvegia il suo cammino verso i Mondiali 2026, e dopo due mancate qualificazioni un nuovo fallimento è inconcepibile. Ma quella di stasera è già la partita chiave. A leggere le stelle, la nazionale trae presagi tutt’altro che positivi; il ct li esorcizza con la certezza che i suoi ragazzi «avranno voglia ed estro, e tireranno fuori qualcosa dal cilindro» di fronte allo spauracchio Haaland. La Norvegia ha già giocato e vinto due partite, con 9 gol fatti e 2 subiti. Dato per assodato che la sfida per il pass Mondiale è tra la nazionale allenata da Solbakken e gli azzurri, in campo l’Italia dovrà assolutamente non perdere, e anche un pari sarebbe premessa di un percorso tutto in salita. La difesa è in emergenza e il forfait dell’ultimo minuto riguarda Moise Kean. Ora la preoccupazione non è solo chi marca Haaland ma anche chi fa gol (Retegui?). «Noi abbiamo fatto delle cose molto buone dopo gli Europei - ha sottolineato -, per cui si va a tentare di ripetere qualcosa che conosciamo».
«Ma poi - ha aggiunto - siamo sicuri di avere l’estro e la volontà di tirare fuori qualcosa dal cilindro. Con la Norvegia è la partita più importante, perché è quella che ci può portare ai Mondiali. Si va a giocarla con tutta la voglia possibile, pur sentendo un po’ di tensione per quella che è l’importanza e la bellezza della gara, perché ti vai a giocare qualcosa di unico». Defezioni a parte, chi c’è «hanno lavorato bene, quando parti fiducioso è un buon inizio. Che Norvegia mi aspetto? Una squadra di attacco, che vorrà fare la partita - ha aggiunto. - È la situazione migliore per noi, perché vuol dire che ci saranno spazi in avanti. Dovremo però esser bravi a palleggiare e uscire dalla pressione per sfruttarli, quegli spazi...».
Vista l’emergenza in difesa, Spalletti lascia intendere di aver già scelto il centrale del terzetto («ci può giocare lo stesso Bastoni, Coppola o Rugani»), per i quale in origine era stato chiamato Acerbi. «Poi mi spiegherà dove gli ho mancato di rispetto, e gli dirò quello che penso sul rispetto a me e alla nazionale», ha chiosato il ct, visibilmente infastidito del clamoroso rifiuto del difensore Inter e di quel che ne è seguito. Compreso il “like” del predecessore-ct, Mancini, al post Instagram dell’interista. «Io penso che gli avranno rubato il telefono - ha detto il ct - e gli hanno messo “like” per fargli fare brutta figura: può succedere, i cellulari vengono hackerati. Penso sia andata così, non vorrei pensare diversamente...». Tornando alla partita: «Siamo l’Italia, dobbiamo sempre mettere in difficoltà qualsiasi avversario», ha detto Tonali, al fianco del ct in conferenza. «Ma per farlo dovremo giocare da squadra, e fare la cosa semplice: non facciamoci condizionare dagli infortuni, niente alibi».
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