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MotoGP, si torna in Ungheria dopo 33 anni: esordio al Balaton Park tra dubbi e attese

Il nuovo circuito è giudicato da alcuni piloti troppo stretto e pericoloso

MotoGP, si torna in Ungheria dopo 33 anni: esordio al Balaton Park tra dubbi e attese

Oggi, domenica 24 agosto, la MotoGP torna a correre in Ungheria dopo trentatré anni. A differenza dell’unica edizione precedente, disputata nel 1992 all’Hungaroring, la gara si svolge su un tracciato completamente nuovo: il Balaton Park, situato a circa 85 chilometri da Budapest, nei pressi del lago Balaton, il più grande dell’Europa Centrale.

Il circuito è stato inaugurato solo nel 2023, dopo quasi vent’anni di lavori iniziati nel 2008 e rallentati dalla crisi finanziaria globale. Inizialmente escluso dal calendario del 2024 per mancanza di omologazione, il Balaton Park è stato successivamente adeguato agli standard tecnici della MotoGP e della Superbike, grazie a modifiche sull’asfalto e al ridisegno di alcune curve.
Oggi il tracciato misura poco più di quattro chilometri di lunghezza, con una larghezza di 12 metri, 17 curve (10 a sinistra, 7 a destra) e un rettilineo principale di appena 700 metri. Una configurazione che ha suscitato preoccupazioni tra diversi piloti, sia in termini di spettacolarità che di sicurezza.

Tra i più critici c’è il campione in carica Jorge Martín, che ha dichiarato: «Guidare una moto da corsa di MotoGP (cioè che va oltre i 350 chilometri orari) su una pista così piccola mi sembra una follia». Le preoccupazioni si sono accentuate dopo il Gran Premio di Superbike disputato recentemente sullo stesso circuito: in curva 2, un incidente ha coinvolto sette piloti, provocando la frattura di un braccio a uno di loro. In effetti, le prime due curve del Balaton Park sono considerate le più critiche, soprattutto in partenza, quando il gruppo è ancora compatto. Durante la sprint race di sabato, uno scontro in curva 1 ha visto coinvolti Fabio Quartararo (caduto) e Enea Bastianini (rimasto in sella), confermando i timori di molti.

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Nonostante ciò, le prime sessioni di prova e le qualifiche hanno attenuato alcune paure. Secondo Jorge Martín, i punti di sorpasso si sono rivelati più numerosi del previsto, sebbene limitati. Le cadute sono state contenute e la pista, seppur tecnica, si è mostrata gestibile. Il Gran Premio ungherese si presenta come una sfida tecnica che mette alla prova soprattutto le abilità individuali dei piloti, più che le prestazioni delle moto. Se da un lato permangono dubbi sulla sicurezza e sullo spettacolo, dall’altro c’è attesa per capire se la conformazione del Balaton Park potrà davvero rimescolare le gerarchie del Motomondiale.

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