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MOTORI

Bagnaia stufo, Vasseur amareggiato: le Rosse sull'orlo di una crisi di nervi

Weekend intenso per il Motomondiale che torna a Phillip Island e per la Formula 1 ad Austin: la Ducati, Leclerc e Hamilton sono chiamati al riscatto

Pecco Bagnaia

Pecco Bagnaia (foto IG @pecco63)

Uomini sull'orlo di una crisi di nervi, perché niente sta andando come dovrebbe. Il weekend di motori farà la spola tra Phillip Island, in Australia, per il Motomondiale, e Austin per la Formula 1. Due Paesi e due fusi completamente diverse ma un unico comune denominatore: i risultati che Pecco Bagnaia e la Ferrari inseguono a vuoto.

Nonostante l'assenza di Marc Marquez, appena operato alla spalla destra e fuori forse per il resto della stagione, il chivassese non può pensare di approfittarne per fare piazza pulita alla luce di quello che è successo meno di due settimane fa a Mandalika. «Quel weekend è stato veramente duro, avremo una nuova riunione con il team e spero abbiano trovato la strada. Tutto dipenderà dalla performance della mia moto. Qui in Australia, se l'anteriore non è stabile la pista diventa un vero incubo».

In Giappone sembrava uscito dal tunnel della mediocrità, sette giorni dopo ci è ripiombato ed è anche stanco di doversi giustificare: «Abbiamo parlato tanto, ma non cambia niente. Lavoriamo per la stessa squadra e dobbiamo andare avanti nella stessa direzione. Mi sono stufato di parlare di aspetti tecnici, di questo dovete discutere con chi è a capo del progetto. Qui se dovessero ripresentarsi i problemi dell'Indonesia, sarebbe abbastanza complicata». Non sarà semplice nemmeno per Marco Bezzecchi e per la sua Aprilia: il romagnolo, in gran forma, è stato punito per l'incidente causato in Indonesia e costato la frattura della spalla di Marquez. Nella gara di domenica dovrà scontare un doppio 'long lap penalty' che ha accettato senza fare polemiche.

In Texas le Rosse si preparano a recitare il solito ruolo da comprimarie, ma Frederic Vasseur non ci sta. Così come sopporta più di fare da parafulmine unico: «Sono in questo sport – ha spiegato alla rivista 'The Athletic' – ormai da 30 anni e sapevo perfettamente che sarei stato esposto alle critiche, che mi sarebbe piovuta addosso della me**a. Sapevo che avrei dovuto convivere con la pressione, fa parte del DNA della F1, ma penso che ci sia già abbastanza pressione in pista per non doverne subire anche quando siamo a casa. Sappiamo già molto bene che c’è la necessità di portare a casa dei risultati».

Al solito, è colpa dei media: «I giornali? Non li leggo, non guardo neppure la tv, so soltanto quello che mi viene riferito dall’ufficio stampa. E mi va bene così. Comunque questo è il passato e siamo concentrati sul futuro. Tutte le squadre oscillano tra alti e bassi. Non c’è un bottone magico e quando hai un grande problema all’inizio di un fine settimana allora poi finisci per perdere la strada corretta e devi quindi andare sul sicuro in termini di assetto, perdendo un po’ di fiducia e tutto il resto».

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