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TENNIS

La rinuncia di Jannik Sinner alla Coppa Davis, chi lo capisce e chi è contrario

Molti altri campioni hanno fatto la sua stessa scelta, da Sampras ad Agassi, da Federer a Djokovic, da Nadal ad Alcaraz

La rinuncia di Jannik Sinner alla Coppa Davis, chi lo capisce e chi è contrario

Jannik Sinner a Bologna non ci sarà e si è aperto un dibattito (foto X @usopen)

Jannik Sinner divide l’Italia. La sua decisione di rinunciare alla Final 8 di Coppa Davis, in programma dal 18 al 23 novembre a BolognaFiere, ha sollevato pareri contrastanti.

Adriano Panatta, che ha vinto la manifestazione nel 1976, è chiaro: «Io alla Davis non avrei mai rinunciato e, se qualcuno della squadra lo avesse fatto, sarebbero stati i compagni e il capitano, prima ancora della Federazione, a chiedere spiegazioni nel modo più duro possibile. La Davis, però, era al centro dei nostri programmi, oggi non è più così. Posso dire a Sinner che mi dispiace, che se fossi stato in lui uno sforzo lo avrei fatto, ma posso dargli torto quando viene a dirci che la sua unica priorità è iniziare bene il 2026?».

Anche più conciliante è il suo ex compagno di 49 anni fa, e pure lui opinionista, Paolo Bertolucci: «Era nell’aria che, dopo averla vinta due volte, quest’anno non l’avrebbe giocata. Ultimamente abbiamo visto spesso grandi giocatori fare la stessa scelta, da Federer a Djokovic, fino a Nadal e ad Alcaraz. Nel tennis moderno la Coppa Davis è diventata una competizione secondaria, contano gli Slam e poi ci sono i Masters 1000».

Contraria, invece, la posizione di Nicola Pietrangeli, capitano nel 1976, che in Davis ha collezionato il record di 164 presenze complessive, 110 in singolare e 54 in doppio: «Non capisco la sua scelta difficile, deve giocare a tennis, mica fare la guerra. Quando mi toccano la Coppa Davis smanio, perché lo scopo di ogni sportivo è indossare la maglia azzurra. Purtroppo parlo di un’altra epoca. Oggi il mondo è troppo pieno di soldi, il cuore lo lasciano da parte».

Parlando di campioni, anche Pete Sampras e Andre Agassi hanno detto no alla principale gara a squadre in diverse occasioni. John McEnroe, invece, ne era innamorato e ha alzato per cinque volte l’insalatiera, dal 1978 al 1992. Tornando a Sinner, ormai "il dado è tratto", l’Italia dovrà dimostrare di saper fare a meno di lui.

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