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Bowie per Schapiro: all’Archivio di Stato arriva il Duca Bianco

bowie schapiro
La foto che ritrae David Bowie nel suo album “Station to station” è tratta da un frame del film “L’uomo che cade sulla terra”, uscito nel 1976 e di cui Bowie era protagonista. Originariamente la foto era a colori ma fu Bowie a volerla in bianco e nero per ottenere un effetto di maggiore realismo. Sì, perché, come spiega il fotografo Schapiro che immortalò il Duca Bianco durante il suo periodo d’oro, dal 1974 al 1980, a differenza di altri personaggi famosi da lui ritratti, Robert De Niro, Mohammed Alì, Robert Kennedy, per citarne alcuni, «anche davanti all’obiettivo lui sapeva esattamente guardare dentro a se stesso e mostrare la sua vera identità, relazionandosi con la macchina fotografica come David». Per questo, aggiungeva, «per me queste fotografie sono più David che Bowie».

Il vero volto di uno dei miti del secolo scorso, il volto di David colto negli scatti del fotografo americano da poco scomparso, sarà visibile dal 1° dicembre al 26 febbraio prossimo nella rassegna allestita presso l’Archivio di Stato di Torino dal titolo “David Bowie Steve Schapiro - America Sogni Diritti”.

Il risultato di questa amicizia nata tra un’icona della musica e un’icona della fotografia - considerato uno dei maggiori fotografi dell’epoca nonché uno dei più influenti nella storia della cultura popolare americana, Schapiro ha lavorato come fotografo di scena in pellicole come “Il Padrino”, “Taxi Driver”, “Un Uomo da marciapiede” e “Apocalypse Now” - è testimoniato da quella settantina di immagini che compongono la mostra a cura di Ono arte e prodotta da Radar, Extramuseum e Le Nozze di Figaro, prenotata in anteprima nazionale negli spazi di piazza Castello 209. L’incontro tra la rockstar e il il fotografo avvenne in un “anonimo” pomeriggio del 1974 in uno studio fotografico di Los Angeles. «Quando David apprese che avevo fotografato Buster Keaton, uno dei suoi più grandi miti, siamo diventanti immediatamente amici» ricordava Schapiro. Che da quel primo incontro rimase molto sorpreso: «Mi aspettavo di vedere una persona molto diversa. Lui era già un artista molto noto, uno dei più grandi talenti. Arrivò vestito normalmente, era calmo, rilassato, intelligente. Niente ragazzine adoranti al seguito, niente casse di birra, niente di tutto questo. Parlava tranquillamente e si focalizzava su come dovessero essere le foto. Tutte le idee erano sue. Sapeva esattamente come si dovesse svolgere ogni sessione, io dovevo solo rafforzare la sua idea e portarla alla luce».

Ma Schapiro non è stato solo il fotografo delle celebrità, con i suoi scatti ha raccontato molte storie relative al movimento per i diritti civili degli afroamericani, tra cui la marcia su Washington, le proteste per la registrazione degli elettori e la marcia da Selma a Montgomery. Tutte cause e lotte che Schapiro e Bowie condivisero. Bowie aveva denunciato apertamente Mtv colpevole di non trasmettere abbastanza artisti di colore in un momento storico nel quale nelle strade di molte periferie americane stava nascendo l’Hip Hop. Di qui anche il titolo della mostra, con il riferimento ai diritti e ai sogni. Per cui, insieme con il ritratto del Duca Bianco emerge, in maniera chiara e diretta, anche un ritratto della società americana nella seconda metà del secolo scorso.
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