A quarant’anni si è abbastanza grandi per cambiare abitudini: il Torino Film Festival firmato Steve Della Casa stravolge nel finale la consuetudine che prevedeva in ultimo la consegna dei premi e un film di chiusura. Nel 2022 tutto cambia e la cerimonia di premiazione si svolge defilata - a Casa Festival - e nel pomeriggio, mentre i cinema continuano a proporre i titoli del programma. E contestualmente si svolge anche la conferenza stampa di chiusura, quella in cui si tirano i bilanci e si prevede il futuro. Vince il Tff40 lo statunitense “Palm trees and power lines” di Jamie Dack, a cui è andato anche il riconoscimento per la migliore sceneggiatura, mentre il premio speciale e quello all’attrice sono andati al francese “Rodeo”; migliori attori i protagonisti di “War pony”. «Tutti aspettate l’annuncio della conferma del direttore anche per il 2023 - spiega Enzo Ghigo, presidente del Museo del cinema - ma non posso dirlo ancora, ci sarà un comitato di gestione entro Natale per confermarlo: vi dico di fidarvi. C’è grande soddisfazione da parte nostra, la scommessa era riportare il pubblico nelle sale e il risultato è stato raggiunto, inoltre il clima che si è creato in città intorno al festival è molto positivo». Della Casa aveva detto in fase di presentazione che se non ci fosse stata tanta gente in sala avrebbe fallito: sale piene come non si vedevano dal pre-pandemia ed entusiasmo generale per l’evento hanno quindi spianato la strada alla sua riconferma. «Credo che il festival perfetto non esista e molte cose sono certamente migliorabili, ma di certo le sale erano piene di pubblico e questo è stato bellissimo. Mi sento anche di aggiungere che, nel bene e nel male, sono riuscito a fare esattamente il festival che avevo in mente, grazie al lavoro di tutti». Nella rapida cerimonia di chiusura c’è stato anche il tempo di emozionarsi, come alla consegna del premio del pubblico assegnato all’ucraino “Pamfir” di Dmytro Sukholytkyy-Sobchuk. «Sono davvero felice, qui a Torino sono venuto con in mano solo l’idea di questo film, sei anni fa, e grazie al TorinoFilmLab poi è diventato realtà. Ora ricevo questo premio importante, in un momento così speciale e difficile per il mio Paese». Un film prodotto a Torino e profondamente piemontese ha vinto il premio Gli Occhiali di Gandhi assegnato dal Centro Studi Sereno Regis, “Manodopera” di Alain Ughetto, che denuncia, usando la tecnica dell’animazione in stop motion, le violenze che generazioni di italiani immigrati in Francia hanno vissuto. «Ci vediamo il prossimo anno»: con queste parole Della Casa ha concluso l’evento, senza specificare in che veste ci sarà. Ma nessuno ha più dubbi, sarà lui il direttore del Tff41.
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