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Lino Guanciale

«Farò ballare il commissario Ricciardi»

L’attore più amato delle fiction mercoledì 24 maggio sarà protagonista al Teatro Colosseo di “Non svegliate lo spettatore” dedicato a Flaiano

Lino Guanciale

L'attore più amato delle fiction Rai

Recita, canta, imita, balla. Insomma, come dice Fiorello, le sue «sono braccia rubate al varietà». Che sia un artista poliedrico Lino Guanciale lo dimostrerà anche in questo omaggio a Ennio Flaiano: reciterà, canterà, imiterà, ballerà, protagonista, con il commento musicale e la regia di Davide Cavuti, di “Non svegliate lo spettatore”, lo spettacolo che andrà in scena mercoledì 24 maggio al Teatro Colosseo di Torino. Sul palco di via Madama Cristina, il commissario Ricciardi della fortunatissima serie televisiva andata in onda su Raiuno, il Cagliostro di “La porta rossa”, accompagnerà gli spettatori in un viaggio nella vita e nelle opere dello scrittore, drammaturgo, pescarese, sceneggiatore di pellicole di Fellini, Steno, Monicelli. «Voglio fare innamorare il pubblico di Flaiano - dice Guanciale - della sua umanità, oltre che della sua qualità». Lo farà attraverso aneddoti, lettere , racconti, citazioni da Gassman a Carmelo Bene , impegnandosi, afferma, «a distinguere bene quando mi travesto da Flaiano e quando invece sono io in prima persona a raccontarlo».

Perché proprio Flaiano?
«Durante la tournée di “Itaca” Cavuti aveva condotto una ricerca su Flaiano per realizzare un docufilm cui ho poi partecipato. Di lì insieme decidemmo di costruire anche un recital».


Dopo tante fiction torna al suo primo amore, al teatro.
«Il teatro dà un imprinting a tutta l’attività attoriale. Il set è anche molto formativo, ma a teatro si ritorna sempre, perché è lì che sei a contatto con il pubblico».


I suoi esordi teatrali sono stati proprio a Torino.
«Sì, sono molto legato a questa città. Partecipai anche agli spettacoli diretti da Luca Ronconi per le Olimpiadi di Torino».


Quale personaggio, tra i tanti da lei interpretati, tra cinema, tv, teatro, predilige?
«Il commissario Ricciardi e Cagliostro. Cagliostro, in particolare, lo sento più vicino a me caratterialmente, per la sua testardaggine che sfiora l’ottusità. Il commissario Ricciardi, invece, è stata una sfida importantissima. Dopo questa seconda stagione, che si è da poco conclusa, aspettiamo tutti di fare la terza».


E nell’attesa?
«Tra giugno e luglio girerò un film, poi cercherò di stare un bel po’ a casa».

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