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Cleopatra e Frankenstein, così Coco Mellors scrive "Il mio Grande Gatsby"

Lei ha vent'anni, fa l'artista e ha il visto in scadenza. Lui è un quarantenne di successo. Si sposano, ma la tragedia incombe

Cleopatra e Frankenstein, così Coco Mellors scrive "Il mio Grande Gatsby"

C’è un momento, in ogni romanzo, in cui la scrittura e tutte le storie contenute sembrano deflagrare: qui è quando, a una festa-vernissage, il grande e giovane artista Danny Life inizia a fare a pezzi con una trave la sua statua di ghiaccio, invitando la sua amica Cleo a fare altrettanto, mentre altra gente comincia a lanciare cibo come proiettili, Cleo rovescia il secchio del ghiaccio in testa all’amico e amante Anders e finisce ammanettata; poi, come in quei film dove succede di tutto, scoppia un incendio nel magazzino delle opere d’arte. Una notte da leggenda in una New York rutilante e dove tutto sembra possibile.

Sarà anche per questo che, con buona dose di sfacciataggine, Coco Mellors, giovane inglese trapiantata negli Usa, dice di aver scritto una storia «un po’ alla Grande Gatsby» con “Cleopatra e Frankenstein (Einaudi, 19 euro, traduzione di Carla Palmieri), romanzo divenuto un clamoroso successo con il passaparola anche su Tik Tok e destinato a trasformarsi - e come ti sbagli? - in una serie tv.

Cleopatra è Cleo, ventenne aspirante artista inglese a New York con visto in scadenza, mentre Frankenstein è Frank, ultraquarantenne e vulcanico pubblicitario che sta scalando il successo. Si conoscono a Capodanno, passano ore in una passeggiata magica ed esplosiva, si sposano: lei avrà così la green card, lui... Già, lui che cosa cercava? Perché Frank è controverso, è esuberante ma duro, votato al lavoro, è un alcolista capace di vomitare addosso a Cleo una serie di meschinità atroci. Ma anche di prendere la sua tazza di cioccolata calda e uscire in strada, a raccogliere fiocchi di neve, perché si raffreddi. È pieno di sé, sinceramente irritante - ha di buono che tifa Arsenal, però -, prevaricatore. Lui ha successo e ricchezza e crede basti dare la sicurezza e la stabilità a Cleo per amarla. Un cliché? Un po’ come la combriccola di amici: Anders, migliore amico di Frank, ex modello e direttore creativo, che solo con il figliastro mostra un po’ di interesse; Quentin che nasconde la sua omosessualità alla famiglia e si lancia in avventure di ogni genere - compresa un’orgia dove ti chiedono il certificato per l’Aids -, eccentrico e tossicomane che vorrebbe essere il marito di Cleo, Zoe, la sorella di Frank, di una inconsapevole bellezza meticcia che cerca un «paparino» per trovare la sicurezza economica; Santiago, lo chef che vorrebbe curare Cleo con la dolcessa di un “arroz con leche”. E le relazioni tra loro sono importanti, come in uno stormo di uccelli, dove ognuno si relaziona solo con i cinque più vicini. E infine ecco Eleanor, copy nell’agenzia: ultratrentenne, insicura della sua bellezza, ma fulminante nelle sue battute. Lei, che a un certo punto del libro narra in prima persona, è l’elemento di rottura che si inserisce in una storia disgraziata, è uno specchio incrinato per Cleo - fragile, depressa, ossessionata dal fantasma della madre suicida, lei stessa alle soglie della morte - e una porta aperta per Frank. E se questo è un “Gatsby”, allora non ci si deve stupire se è da una morte che si arriva al finale.

CLEOPATRA E FRANKENSTEIN

Coco Mellors

Einaudi

19 euro

traduzione di Chiara Palmieri

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