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A COAZZE

Così Binasco legge Pirandello nei luoghi che furono del premio Nobel

Prosegue giovedì 13 luglio il festival dedicato al grande scrittore siciliano

Così Binasco legge Pirandello nei luoghi che furono del premio Nobel

Valerio Binasco ha portato in scena quest'anno per lo Stabile di Torino "Sei personaggi in cerca d'autore"

Dopo “Fred dal whiskey facile” del 29 giugno, un omaggio al cantautore torinese Fred Buscaglione; dopo “Mare a cavallo”, messo in scena giovedì scorso dalla Compagnia Tedacà, che ha dato voce a Felicia Bartolotta, madre di Peppino Impastato, ucciso dalla mafia il 9 maggio del 1978; dopo la passeggiata pirandelliana di venerdì 7 luglio nei luoghi frequentati dal drammaturgo siciliano, Coazze si appresta a ospitare un altro appuntamento del festival diretto da Giulio Graglia. Si terrà giovedì 13 luglio (ore 20,45) presso il Palafeste del piccolo paese della Val Sangone lo spettacolo dal titolo “Pirandello a Coazze - Novelle Pirandelliane”. Un reading creativo sulle novelle “Gioventù” e “La Messa di quest’anno” e sul “Taccuino di Coazze”: piccole sensazioni, osservazioni, poesie e incontri messe sulla carta da Pirandello. In scena Valerio Binasco, il direttore artistico dello Stabile di Torino.


Prosegue con successo il Festival Nazionale Luigi Pirandello e del ‘900, un festival che, partendo da Pirandello, si snoda attraverso importanti autori del Novecento. Giunto alla sua 17ª edizione. A Coazze il festival ha un palcoscenico privilegiato in quanto qui soggiornò il Premio Nobel siciliano, ospite della sorella Lina, nel 1901, soggiorno di cui rimase traccia nei suoi taccuini. Prossimi appuntamenti nella Val Sangone quello del 20 luglio (ore 20,45), sempre al Palafeste , con “Una cena d’addio” con la compagnia Onda Larsen, e quello di giovedì 27 luglio alle 21, ancora al Palafeste, con “Metti una sera a cena. Note di Pirandello”, spettacolo tra musiche del cinema e momenti di teatro e letteratura con l’Orchestra Classica di Alessandria e interpretazioni di Giulio Graglia e Daniel McVicar (il Clarke Garrison di Beautiful). «Amiamo le contaminazioni, gli incroci con la musica, il cinema, la televisione, l’attualità - sottolinea il direttore Graglia -. Rincorriamo i giovani talenti e valorizziamo i profili più affermati, insomma desideriamo che il nostro Festival abbracci il Novecento rivolgendosi a un pubblico non stereotipato».

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