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Mostra evento alla Gam

Hayez a Torino, ma il suo "Bacio" resta a Milano

La Galleria d’ Arte Moderna esporrà dal 17 ottobre un centinaio di quadri del pittore allievo di Canova, la sua opera più importante, però, non potrà uscire da Brera

Il "Bacio"

Il "Bacio" di Francesco Hayez

La sua opera più famosa, il “Bacio”, capolavoro della storia dell’arte, icona del romanticismo italiano e che ispirò a Visconti la scena omonima interpretata da Alida Valli nel film “Senso” non ci sarà. La tela, dipinta da Hayez alla soglia dei settant’anni, rimane esposta all’Accademia di Brera di Milano dove è custodita. «Impossibile un prestito - spiega il direttore della Gam, Riccardo Passoni - e non siamo riusciti ad avere neppure l’altro quadro identico di proprietà di un collezionista».


Ma nella grande mostra che si aprirà alla Gam di Torino il 17 ottobre prossimo il genio romantico di Francesco Hayez (Venezia 1791 - Milano 1882) si rivelerà attraverso altri capolavori e dell’allievo del Canova, cantore della bellezza, dell’amore e dei valori risorgimentali, offrirà al pubblico la visione di un centinaio di opere provenienti da prestigiose collezioni pubbliche, alcune delle quali inedite ed esposte insieme per la prima volta. Si intitola “Hayez e l’officina del pittore romantico” la rassegna organizzata e promossa dalla Fondazione Torino Musei e da 24 Ore Cultura- Gruppo 24, in collaborazione con l’Accademia delle Belle Arti di Brera, affidata alla curatela di Fernando Mazzocca, il maggiore esperto mondiale di Hayez e dell’arte italiana del XIX secolo, e ad Elena Lissoni (rimarrà allestita fino al 1° aprile 2024).


E per l’occasione la Gam esporrà i gioielli di Hayez da lei custoditi, tra cui due capolavori come il “Ritratto di Carolina Zucchi” (la malata) e l’“Angelo Annunziatore”. Seguendo un percorso cronologico, a partire dalla formazione neoclassica del periodo romano e veneziano per giungere a quelle della maturità, la mostra, intrecciando arte, storia e politica, mette in relazione i dipinti con i disegni preparatori del maestro, quegli “schizzi, pensieri fermati rapidamente, studi”, che, tradotti, poi, in dipinti, consentono di “entrare” nell’officina di Hayez e di carpirne tecniche e segreti. Come quello di adottare un modo di procedere basato sull’ispirazione del momento, testimoniato dai continui ripensamenti eseguiti anche in corso d’opera e in molti casi riconoscibili anche a occhio nudo.


Tra i capolavori esposti, “La Meditazione”, prestito dei Musei Civici di Verona, e l’“Accusa segreta” dei Musei Civici del Castello Visconteo di Pavia. Una sezione speciale è dedicata al rapporto di Hayez con la città di Torino. Per il Palazzo Reale di Torino Hayez aveva realizzato la grande tela de “La sete dei Crociati” che, nelle intenzioni dell’artista, avrebbe dovuto essere la sua opera più importante. Ampio spazio la mostra riserva al gruppo di studi per questa monumentale tela, la più grande dipinta da Hayez, iniziata nel 1833 e conclusa nel 1850 su commissione di re Carlo Alberto di Savoia.

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