Cerca

Il Festival

Ettore Bassi porta a Exilles le parole di Roberto Vecchioni

L’attore cresciuto a Torino in scena il 17 agosto con "Il mercante di luce", il romanzo vincitore del Premio Cesare Pavese

Ettore Bassi

Ettore Bassi è nato a Bari il 16 aprile 1970 ma è cresciuto a Torino

Due vite, due mondi. Desideri falliti, gioie mai vissute. Padre e figlio percorrono insieme un ultimo tratto di strada, con un pathos degno della grande tragedia antica. Sono i protagonisti di “Il mercante di luce”, il romanzo (Einaudi, 2014) con cui Roberto Vecchioni si è aggiudicato il Premio Cesare Pavese nel 2015, diventato una pièce teatrale magistralmente interpretata da Ettore Bassi. L’attore, nato a Bari ma cresciuto a Torino (“Il maresciallo Rocca”, “Carabinieri”, “Un posto al sole”, “Svegliati amore mio”), sarà di nuovo in scena questa sera al Forte di Exilles ospite del Festival Teatro & Letteratura. Lo spettacolo vede l’adattamento e la regia di Ivana Ferri, le musiche sono di Massimo Germini.

E’ la storia di Stefano Quondam, professore di letteratura greca, il cui figlio, Marco, affetto da una rarissima malattia, la progeria (malattia che porta ad un invecchiamento precoce), è ormai giunto al termine della sua brevissima vita. Bassi/Stefano tenta di spiegare al figlio il senso della vita, quello che lui individua nella poesia. Per questo lo accompagna alla scoperta della bellezza racchiusa nei grandi classici, da Omero a Saffo, Sofocle, Euripide, in un viaggio che fa riflettere sull’esistenza e sull’idea del bello.

«Padre e figlio - dicono dalla compagnia - percorrono insieme un ultimo tratto di strada, con un pathos degno della grande tragedia antica. I personaggi, finemente analizzati, si offrono a noi con tutte le loro fragilità. Entrambi, in modi diversi, sentono di non appartenere all’eterna ruota dell’esistenza. Stefano Quondam, un Don Chisciotte che non ha mai smesso di combattere una testarda battaglia contro la stupidità e l’omologazione, è prigioniero di un grande sogno, per il quale è capace di distruggere il bene che ha intorno. Marco, invece, assomiglia sempre più ad un’anima, non ad un ragazzo, costretto dalla sorte a costruirsi una realtà parallela fatta di momenti felici e vittorie invisibili».

Della bellezza della poesia si nutrono entrambi, tanto che Stefano dirà al figlio: «Marco mio, non sono io, sei tu il mercante di luce».

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.