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Arte e film

John Wayne, Natalie Wood, il western: così Ugo Nespolo disegna il Tff

Ecco l'immagine guida del festival cinematografico di Torino che si terrà dal 24 novembre al 2 dicembre

tff

Ecco l'imaggine guidata tratta da "Sentieri selvaggi"

Omaggio al film western e in particolare alla sua icona, John Wayne, nell'immagine guida del prossimo Torino Film Festival (24 novembre-2dicembre) firmata dall'artista biellese Ugo Nespolo. I suoi colori accesi, i tratti unici con cui il Maestro si è fatto conoscere nell'universo dell'arte contemporanea, rappresentano Wayne in una delle scene cult della storia del cinema, un'immagine simbolo del western, genere tanto caro, tra l'altro, al direttore della rassegna Stefano Della Casa al suo ultimo mandato (al suo posto arriverà Giulio Base).

E l'immagine è quella di "Sentieri selvaggi" quando il Wayne cow boy porta in braccio Natalie Wood. Sul manifesto anche un distico che recita le parole divenute mantra di Jean Luc Godard: "Come posso io odiare John Wayne e poi amarlo teneramente quando prende improvvisamente in braccio Natalie Wood negli ultimi minuto di Sentieri selvaggi", film considerato dall’American Film Institute il dodicesimo film nell’elenco dei migliori film statunitensi di tutti i tempi.

«L’invito di Steve Della Casa a lavorare all’immagine icona di John Wayne che grazia la giovane Debbie – Natalie Wood, è stato da me accolto con la gioia di rivisitare una scena risolutiva che corona una trama dai forti contenuti psicologici, dalle originarie incomprensioni critiche. È proprio la vocazione del Torino Film Festival quella di non proporre progetti comodi e risaputi ma di saper dare vita a ricerca e questioni, punti di vista sempre critici e per questo davvero innovativi», spiega Ugo Nespolo.

L'omaggio del Tff a John Way non si ferma qui, poiché il celebre attore, vera e propria icona del cinema western, sarà celebrato nel 60° anniversario dell’uscita di "Donovan’s Reef" ("I tre della croce del sud").

Ugo Nespolo Biografia

Ugo Nespolo nasce a Mosso (Bi), si diploma all’Accademia Albertina di Belle Arti a Torino e si Laurea in Lettere Moderne. Nei tardi Anni Sessanta fa parte della Galleria Schwarz di Milano che conta tra i suoi artisti Duchamp, Picabia, Schwitters, Arman. La sua prima mostra milanese, presentata da Pierre Restany, dal titolo “Macchine e Oggetti Condizionali” – in qualche modo – rappresenta il clima e le innovazioni del gruppo che Germano Celant chiamerà “Arte Povera”. Negli Anni Sessanta si trasferisce a New York dove si lascia travolgere dalla vita cosmopolita della metropoli e subisce il fascino della nascente Pop Art, mentre negli Anni Settanta milita negli ambienti concettuali e poveristi. 

Nel 1967 è pioniere del Cinema Sperimentale Italiano a seguito dell’incontro con Jonas Mekas, P. Adams Sitney, Andy Warhol, Yōko Ono, sulla scia del New American Cinema. Assieme a Mario Schifano Nespolo si dedica al Cinema d’Avanguardia e tra il 1967 e 1968 realizza numerosi film che hanno come protagonisti gli amici e colleghi Enrico Baj, Michelangelo Pistoletto e Lucio Fontana. A Parigi Man Ray gli dona un testo per un film che Nespolo realizzerà col titolo “Revolving Doors”. I suoi film sono stati proiettati e discussi in importanti musei, tra i quali il Centre Pompidou a Parigi, la Tate Modern a Londra, la Biennale di Venezia. Assieme a Enrico Baj Nespolo fonda L’Istituto Patafisico Ticinese ed è, ad oggi, riconosciuto come una delle più alte autorità nel campo. Nei tardi Anni Sessanta con Ben Vautier dà il via ad una serie di Concerti Fluxus, tra questi il primo concerto italiano dal titolo “Les Mots et les Choses”.  Nonostante le contaminazioni americane non dimentica gli insegnamenti delle Avanguardie europee; è infatti molto marcata l’influenza di Fortunato Depero dal quale Nespolo trae il concetto di un’arte ludica che pervade ogni aspetto della vita quotidiana. Il concetto di arte e vita (che è anche il titolo di un libro pubblicato dall’artista nel 1998) sta alla base dell’espressività di Nespolo ed è eredità del Movimento Futurista: “Manifesto per la Ricostruzione Futurista dell’Universo” (1915). Da qui anche il suo interesse per il design, l’arte applicata e la sperimentazione creativa in disparati ambiti quali la grafica pubblicitaria, l’illustrazione, l’abbigliamento, scenografie e costumi di opere liriche. La sua ricerca spazia anche da punto di vista dei materiali. Lavora su molteplici supporti e con tecniche differenti: legno, metallo, vetro, ceramica, stoffa, alabastro.

Sicuro che la figura dell’artista non possa non essere quella di un intellettuale, studia e scrive con assiduità dei fatti e delle discipline che han da fare con l’estetica ed il sistema dell’arte. Nel gennaio 2019 l’Università degli Studi di Torino gli conferisce la Laurea Honoris Causa in Filosofia. La sua arte è, quindi, strettamente legata al vivere quotidiano e carica di apporti concettuali: “non si può fare arte senza riflettere sull’arte”. L’oggetto è al centro delle sue ricerche, è mezzo espressivo, linguaggio creativo; viene estrapolato dal suo uso comune ed acquista valore di opera d’arte. Allo stesso modo non dimentica il passato, lo rivisita, lo reinterpreta, lo rende attuale attraverso la citazione e la rievocazione, dandogli nuova vita, rendendolo spunto di riflessione.  

Ugo Nespolo è stato Presidente del Museo del Cinema di Torino dal 2011 al 2014.

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