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Torino Underground Cinefest

"Sogno matto", le telecamera nell'ex manicomio di Collegno

Antonio D’Aquila presenta il 1° ottobre al Baretti il suo documentario dedicato a una delle più grandi strutture psichiatriche d’Italia

Sogno matto

"Sogno matto": un momento del documentario dedicato all’ex manicomio all’interno del Parco della Certosa di Collegno

Anteprima assoluta domenica 1° ottobre alle 17,45 al cineteatro Baretti nell’ultima giornata del Torino Underground Cinefest per il documentario “Sogno matto” di Antonio D’Aquila, che sarà presente in sala per dialogare con il pubblico insieme al selezionatore del Tuc Alessandro Amato.


“Sogno matto” racconta la storia del manicomio di Collegno attraverso l’esperienza di Enrico Pascal, psichiatra che sfidando il sistema è arrivato a prendersi cura di oltre 300 pazienti insieme alla moglie Germana e al suo team.

«Il progetto è nato cinque anni fa», spiega il regista torinese. «È stato un segno del destino: ero alla stazione Fermi della metro in attesa di due colleghi ritardatari, ho iniziato a camminare e mi sono imbattuto nel Parco della Certosa Reale di Collegno, che non conoscevo: la sua storia di manicomio mi ha colpito, mi sono sentito piccolo e perso e ho iniziato a volerne sapere di più».
Nel 1853 i locali della Certosa furono destinati a Regio Manicomio, motivo per cui venne realizzato un ampliamento consistente nella costruzione di padiglioni che hanno progressivamente trasformato la Certosa in una delle più grandi strutture psichiatriche d’Italia. A seguito della chiusura delle strutture psichiatrica dopo la legge Basaglia il muro di cinta fu in parte abbattuto negli anni Ottanta.


«Il manicomio fisico in Italia non esiste più, ma altrove c’è ancora e soprattutto ovunque resta lo stigma verso il tema. Ho cercato di dare un punto di vista sulla tematica diverso, che unisse il lato medico a quello infermieristico, senza dimenticare i pazienti di oggi e quelli di prima. Mi sono accorto che ci sono molti argomenti su cui coincidono».


In “Sogno matto” si alternano interviste e materiali d’archivio che aiutano il pubblico a saperne di più su quanto succedeva prima a chi soffre di problemi mentali e, ancor più importante, su quello che oggi è il loro destino. «Per quanto riguarda il materiale d’archivio la scoperta più grande l’ho fatta grazie a Enrico Pascal, che mi ha dato libero accesso per la prima volta ai suoi filmati in Super8 girati nel 1969 con la sua équipe, sono stati davvero illuminanti. Perché la situazione migliori bisogna dialogare con le istituzioni, cambiare la percezione pubblica verso questi temi: la comunicazione è importante».
Dopo il Torino Underground il percorso di “Sogno matto” continuerà nel circuito festivaliero.

«Ma subito dopo - promette D’Aquila - organizzeremo una proiezione a Collegno per farlo vedere a tutte le persone coinvolte. Questo lavoro mi ha cambiato, mi sono avvicinato all’Associazione per la lotta alle malattie mentali per avere da loro un aiuto e ora sono nel direttivo, provo a dare il mio contributo per cambiare le cose».

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