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nel pinerolese

Un tour nel nome di Lidia Poet e "della sua vera storia"

La pronipote della prima avvocata d'Italia, resa famosa da Netflix, organizza la visita ai luoghi in cui ha vissuto

Lidia Poët

Matilda De Angelis in una scena

Mentre a Torino si concludono le riprese della seconda stagione della serie Netflix che l’ha resa famosa nel mondo, nel Pinerolese, sua terra d’origine, Lidia Poet, la prima avvocata d’Italia, viene celebrata con uno speciale tour turistico tra la sua casa natale e la tomba in cui riposa, passando per le tappe cruciali di una vita unica al cui centro c’è “La toga negata”, come recita il titolo dell’iniziativa del Consorzio Turistico Pinerolese e Valli. Prossima data utile per partecipare: domenica 8 ottobre (informazioni scrivendo a info@turismopinerolese.it).

Qui sopra, la casa di Lidia Poet

Ospite speciale del tour è la pronipote di Lidia Poet, a sua volta avvocata, Sandra Ribet. «Quella della serie purtroppo non la sento come la mia Lidia: il cognome viene pronunciato sbagliato e poi viene del tutto ribaltato il ruolo della famiglia, che nella realtà l’ha sostenuta nei suoi studi e appoggiata nelle sue scelte. Dispiace che nessuno della produzione abbia voluto chiederci consulto, abbiamo anche provato noi a sentirli per offrire informazioni e materiali originali, ma evidentemente non gli interessava».

La pronipote di Lidia Poet, Sandra Ribet davanti al cancello di casa dell'avvocata 

Nonostante le inesattezze, l’importanza della serie con Matilda De Angelis per la scoperta della vita di Lidia Poet è indiscutibile. «Dobbiamo proprio dire grazie a Netflix con cui è stata conosciuta in tutto il mondo, mi spiace però che la storia raccontata non sia quella vera, quella che raccontiamo in questo tour: fino a pochi anni fa solo noi di famiglia sapevamo quali importanti conquiste aveva ottenuto zia Lidia». Da Torino a Traverse di Perrero, dove si trova la sua casa natale, passando per il cimitero di San Martino in cui riposa, il tour arriva a Pinerolo dove visse gran parte della sua vita e dove lavorò. Nel 1881 si laureò in legge e due anni dopo si iscrisse all’albo degli avvocati, per esserne espulsa nel 1884 (solo nel 1919 riuscì a rientrarvi).

La foto sulla lapide della tomba di Lidia Poet

«Ha sempre amato studiare, grazie all’educazione valdese che glielo ha permesso, ed è sempre stata molto religiosa. Non ha mai voluto sposarsi perché non avrebbe mai voluto soggiacere alla volontà del marito, e si è sempre battuta per i diritti delle donne, come quello al voto, e per migliorare le condizioni dei minori in carcere». Una ragazza bella e sicura delle sue idee, emancipata ed elegante, corteggiata da tanti ma ostacolata in quanto donna dalle autorità: le caratteristiche principali della Lidia Poet conosciuta nella serie non sembrano tanto diverse da quelle della donna che ha cambiato il destino delle avvocate italiane.

«Si iscrisse a medicina inizialmente, ma lasciò presto quella facoltà: ai tempi il rettore era Cesare Lombroso, che diceva che le donne fossero inferiori agli uomini, si sentiva discriminata». Girando tra i luoghi più importanti per lei, potendo vedere da vicino quella “toga negata” che con caparbietà ha cercato per tutta la sua vita, si potrà completare il ritratto di Lidia Poet: donna coraggiosa, sempre alla difesa dei più deboli.

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