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"Dai Murazzi al fermento musicale anni Novanta, ecco perché per me Torino significa tutto"

Vinicio Capossela in concerto giovedì 19 ottobre al Teatro Colosseo

"Dai Murazzi al fermento musicale anni Novanta, ecco perché per me Torino significa tutto"

Vinicio Capossela e il manifesto del suo ultimo tour

La voglia di condividere emozioni ma anche la consapevolezza dei propri limiti umani. Con questi sentimenti anche contrastanti Vinicio Capossela si prepara al concerto torinese in programma giovedì 19 ottobre dalle 21 sul palco del Teatro Colosseo di via Madama Cristina 71 (biglietti a 35, 48, 52 e 61 euro). Al centro di questo concerto intitolato “Con i tasti che abbiamo” ci sono le “Tredici canzoni urgenti” che danno il titolo all’ultimo album. Per il cantautore nato ad Hannover da genitori italiani 57 anni fa, la data torinese è sempre qualcosa di speciale.

«Cosa mi lega a Torino? Praticamente tutto. Si fa prima a dire cosa non mi lega. Negli anni Novanta ero spesso in città affascinato dal fermento musicale. Posti come i Murazzi hanno avuto una grande influenza su di me. In questa occasione ritroverò vecchi amici come Cato Senatore, ospite speciale di questa serata. Sarà un bel ritrovarsi». Quindi l’attenzione si sposta sul titolo del tour quasi una frase in codice per pianisti: «Ho voluto porre l’accento che bisogna innanzitutto fare i conti con le manchevolezze umane. Adesso vanno di moda frasi e slogan che invitano a non avere limiti e a contare esclusivamente sulle proprie forze. No limits è un modo di dire che proprio non amo, oltre ad essere profondamente falso». Un concerto nel quale troveranno spazio suggestioni letterarie, a partire dal brano “Ariosto governatore” e allo stretto rapporto tra lo scrittore di “Orlando furioso” e la luna, con il satellite terrestre che rimane sempre sullo sfondo di questo incontro musicale.

La scenografia è un inno alla fratellanza e al bisogno di stare insieme. Per l’autore di ballate intense come “Una giornata senza pretese” e “Ovunque proteggi”, la musica e l’arte restano formidabili antidoti che rispondono al disinteresse crescente verso la politica e i fenomeni sociali, oltre ad essere segno di sentimenti positivi e umani contro tragedie come la guerra, tornate tristemente di attualità in questi mesi. Una catastrofe che non risparmia soprattutto i bambini togliendo loro l’innocenza, come lo stesso Vinicio racconta nella canzone “La crociata dei bambini”. C’è anche spazio poi per un auspicio personale. «Cosa mi aspetto da questo concerto? Di migliorare la gente attraverso la musica, rendendo il pubblico diverso da quando è entrato in teatro».

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