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Il cult con Alberto Sordi sul palco

Max Giusti: «Se non avete i biglietti per le Atp venite a teatro: il Marchese del Grillo vi farà morire dal ridere»

L'attore romano al Colosseo dal 18 al 19 novembre: «In realtà amo il tennis, a Roma ho un mio club e sono molto amico di Sinner: forza Jannik»

Max Giusti

Max Giusti nei panni del "Marchese del Grillo"

Un abito cucito addosso, senza neppure una piega fuori posto. Proprio così come fu per Alberto Sordi nel film cult di Mario Monicelli datato 1981, “Il Marchese del Grillo” sembra il titolo più azzeccato sul “corpo” artistico di Max Giusti. Romano de Roma come l’indimenticabile Alberto nazionale, «che non ho mai potuto conoscere, andai solo al suo funerale» -, verace, naturale e appassionato, Giusti sarà protagonista della versione teatrale dell’omonimo film, per la regia di Massimo Romeo Piparo, presso il Teatro Colosseo di via Madama Cristina, il 18 e 19 novembre. Uno spettacolo musicale scritto da Massimo Romeo Piparo e Gianni Clementi, con le musiche originali composte da Emanuele Friello e ben trenta artisti sul palco. Il tutto condito da battute mozzafiato e ininterrotte.


Un lavorone, è pronto per il bagno di folla torinese?
«Sarà uno spettacolo in grado di fare rivivere atmosfere uniche - racconta Max Giusti - si tratta della commedia musicale più divertente che sia mai stata scritta. Per quanto mi riguarda, in scena mi sento come un Arturo Brachetti con qualche chilo in più, pensi che faccio ben undici cambi di abito».


Alberto Sordi divenne un’icona nella vicenda di inizio ‘900 in cui interpretò il Marchese ozioso e vizioso al servizio del Papa. Cosa c’è di lui nella sua interpretazione?
«Non ho cercato di copiarlo o imitarlo, non avrebbe avuto senso, ma lui è venuto fuori da sé. Io non l’ho mai conosciuto, è vero, ma sono cresciuto con i suoi film. Io sono un autodidatta, come lo era anche Alberto Sordi, lui insieme con Gassmann, Fabrizi e altri sono stati i miei maestri. Mi è bastato fare l’attore comico e Sordi è venuto fuori da solo. E’ stato inevitabile».

Si ride molto, il pubblico si deve preparare...
«Si ride sempre, di quelle risate liberatorie, con battute grasse. Ai torinesi dico: “Se non avete i soldi per le Atp, venite a teatro a ridere con me, riderete come i matti”».

Già le Atp, lei è un appassionato di tennis...
«Certo, ho un mio club a Roma dove ci sono tanti giovani che giocano e sono molto amico di Jannik. Questa sera vedremo la sfida contro Djokovic al club mentre festeggeremo l’ottantesimo compleanno di mio papà».

Andrà a vedere qualche sfida nel weekend?
«Penso proprio di sì, ci andrò venerdì e se riesco sabato pomeriggio. Faccio il tifo per Jannik, meritano il meglio sia lui, sia il suo staff che conosco molto bene».

Dalla tv, al teatro a...
«Il cinema. E’ uscito da poco nelle sale “La seconda chance” e a breve si vedrà in tv. Voglio fare ancora cinema, il cinema è fantastico e complicato anche se, come insegna il successo di Paola Cortellesi: le storie fatte bene premiano».

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