Cerca

Esclusivo

Fiorello: «Sì, ho rubato una parte a Vittorio Gassmann...»

La star di "Viva Rai 2" svela al Torino Film Festival i retroscena del suo rapporto con Sergio Citti: «Sul set mi urlava: Tu nun te devi move’!»

Fiorello:  «Tu nun te devi move’! Ecco cosa mi urlava Sergio Citti sul set»

«Dall’età di quindici anni, e fin quasi ai ventisei, ventisette, non sono più andato al cinema. Quella parte della mia vita l’ho vissuta nei villaggi turistici, lontano dalle sale cinematografiche. A parte i classici colossal che tra una stagione e l’altra riuscivo a vedere, mi mancava tutto il cinema d’autore, e quindi anche quello di Pasolini e di Citti».


Sono le parole di Fiorello, nell’estratto dal libro “Sergio Citti - La poesia scellerata del cinema” a cura di Matteo Pollone e Caterina Taricano (coedizione: Centro Sperimentale di Cinematografia - Edizioni Sabinae) uscito in occasione dell’omaggio del Torino Film Festival a Sergio Citti per i novant’anni dalla sua nascita. La star di “Viva Rai 2” sarà il protagonista virtuale della proiezione di questa sera (29 novembre) al Romano di “Cartoni animati”, il film di Sergio Citti del 1998, con il giovane Fiore sulla cresta dell’onda grazie al suo “Karaoke”. Lo showman dei record, inoltre, prima della proiezione comparirà sul grande schermo con un video messaggio per il Tff.

Ma com’è arrivato Fiorello davanti la macchina da presa di Sergio Citti?
«Lavoravo tra Milano e Roma e durante una puntata di Maurizio Costanzo Show, dove spesso venivo invitato, conobbi Franco Citti - si legge ancora -: guardare quella faccia lì, la faccia di Franco, era come guardare Roma. Franco era Roma. Ovviamente appena tornato a casa andai subito a cercarmi “Mamma Roma”, dove Franco recitava accanto ad Anna Magnani. Fu così che mi avvicinai al cinema di Pasolini. In quell’occasione conobbi anche Sergio: Franco stava sul palco del Costanzo Show, Sergio invece dietro le quinte. Mi colpì molto la simbiosi che avevano, come si guardavano. Prima di parlare, di dire qualunque cosa, si cercavano con gli occhi, chiedevano assenso e approvazione. Erano meravigliosi. Proprio in una di quelle serate, a un certo punto, tutti e due mi si avvicinarono e mi dissero che mi avrebbero voluto per un film che avevano intenzione di girare, ovvero “Cartoni animati”».


Incredibile, la star della tv e il cinema d’autore, davvero tutto è possibile: «E aggiunsero: “Vogliamo darti il ruolo che avevamo pensato per Gassman” (lui, per qualche motivo, non poteva farlo). E io: “Ma voi siete pazzi! Vi rendete conto di quello che mi state chiedendo? Non ho nessuna esperienza cinematografica”. E Sergio: “Mejo! Perché questi der cinema a volte so’ troppo bravi, non li capisco”.»

E quindi arrivarono i ciak:
«”Mo’ te faccio er primo piano. Guarda qua. Motore…“»”. “Partito…”. “Azione”. Io dissi la battuta e lui subito: “Stoppe!” e aggiunse: “Ahó, a voi della televisione ve taglierei le braccia. Tu nun te devi move’! Tu hai visto mai Marlo Brando al cinema?” – detto così, proprio, “Marlo Brando” “Guarda che Marlo Brando move solo l’occhi!”. Nonostante tutto il nostro impegno però Cartoni animati purtroppo non andò bene, e lo tolsero dalle sale subito. Sergio ci rimase molto male, ci rimanemmo tutti male.

Ahó, a voi della televisione ve taglierei le braccia. Tu nun te devi move’! Tu hai visto mai Marlo Brando al cinema?” – detto così, proprio, “Marlo Brando” “Guarda che Marlo Brando move solo l’occhi!

Mi dispiace ricordare questa sua delusione, ma sono comunque stato felice di avere avuto la possibilità di vivere con lui e Franco quel periodo, anche perché mi piaceva quello che stava intorno a loro: luoghi, persone - conclude Fiorello - Una volta andai anche a casa loro, sembrava la casetta dei sette nani: c’era il lettino di Franco, il lettino di Sergio, e tutte le loro scarpine messe sotto il letto. “Ma che c’avete la casa dei sette nani?2 dissi. E loro: “Oh, ma li mortacci tua!”: ovviamente il turpiloquio romanesco non mancava mai! Sono passati quasi trent’anni e mi sembra ancora di vederli: tutti e due con la sigaretta in mano e quell’aria serafica. A pensarci non li ho mai visti arrabbiarsi con nessuno, litigavano solo tra fratelli».

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.