Cerca

L'anniversario

30 anni senza Frank Zappa

La carriera, le polemiche, il lascito di un musicista geniale

30 anni senza Frank Zappa

“Divisivo”, o lo ami o lo detesti. Trenta anni fa moriva il musicista di Baltimora. Per chi lo conosce è facile definirlo con un aggettivo abusato, “icona”. Per chi non lo conosce, forse un’occasione per avvicinarsi alla sua musica. E’ stato definito in mille modi, eclettico, irriverente, geniale. FZ ha finito col diventare “genere a sé”. Nato da una famiglia di origini italiane (il padre insegnava Chimica nelle scuole dei campus dell’esercito USA), avuta in regalo una batteria da piccolo si ingegna da solo ad imparare a suonarla. Crescendo subisce la fascinazione della musica “contemporanea” (non inganni l’aggettivo, ci si riferisce a quella corrente di scuola che gioca con i ritmi polifonici, alterando i canoni secolari dei giri cosiddetti armonici) in particolare di Edgar Varese (dal quale, durante un fugace incontro a NY ebbe in regalo il vinile del suo Ionization). Dotato tuttavia di una curiosità smodata per “tutta” la musica, non mancherà di intrigarsi anche per il “doo-woop” (quelle ballate intrise di R&B che andavano nei primi anni cinquanta negli USA). Ma in generale, da qui l’appellativo “geniale”, un artista che ha saputo rappresentare un esempio di “sincretismo” musicale, riuscendo a tenere insieme generi apparentemente diversi e/o contrastanti.

La carriera. Esplode negli anni a cavallo fra i 60 e i 70. Forma e mette a libro paga un gruppo chiamato The mother of invention, con quale inciderà un bel po’ di dischi, ottenendo in breve attenzione per l’originalità dei suoi spettacoli. Spesso in tour (verrà in Italia numerose volte), durante uno spettacolo a Londra viene scaraventato giù dal palco da un fan, subendo una frattura (e la riduzione) di una gamba.

Per gli esegeti di FZ è forse quello il periodo più “creativo”, innumerevoli i suoi lavori, ma valgano su tutti, un paio, Hot Rats e The Grand Wazoo (entrambi disponibili sulle maggiori piattaforme di streaming). Successo che gli vale la possibilità di “gestirsi in proprio”, abbandona le case discografiche (con le quali spesso litiga) realizza all’interno della sua casa californiana una sala di registrazione dotata di strumenti all’avanguardia (tanto che si narra lo stesso Dylan andrà a chiedergli consigli sulla pulizia delle incisioni).

Successo che non gli risparmierà famose discussioni con (su tutte) l’associazione delle mogli dei deputati del congresso USA per via dei suoi testi irriverenti. Al pari della sua musica, è stato soprattutto con i testi che FZ ha spesso messo in discussione l’”american way of life”, irridendo e criticando aspramente una cultura intrisa di fastfood, tv, morale religiosa, bigottismo sessuale. Da questa querelle la dicitura “Advisory parental” che etichetta, insieme ai suoi lavori, quelli con testi ritenuti “espliciti”, che l’industria discografica, per legge, deve inserire in presenza di questi requisiti.  

Un tumore alla prostata se l’è portato via ai primi di dicembre del 93. Da allora, la famiglia, ha rimesso mano allo sconfinato repertorio rimasto nella sua sala d’incisione, sfornando spesso chicche di brani inediti, o cover di altre band (da ascoltare, per chi vuole, la sua versione del brano dei Led Zeppelin “Starway to heaven” eseguita tutta in levare e con dei fiati sontuosi). Nessuno, ad oggi, lo ha saputo rimpiazzare.

FZ ha saputo interpretare un mondo che stava cambiando alla velocità della luce. “La mia musica è cinema per le vostre orecchie” amava dire ed è vero, provare per credere.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.