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Televisione
15 Gennaio 2024 - 17:31
Luca Barbareschi e la splendida cornice di Torino
Spiazzante, ironico, controcorrente, pop, alto e libero. Mai aggettivi furono più azzeccati per Luca Barbareschi, colui che ha fatto dell’irriverenza eleganza e della polemica virtù. E a sua immagine e somiglianza è anche il suo talk “In barba a tutto”, la cui nuova stagione ha debuttato in seconda serata su Raitre, dopo “Report”, domenica 14 gennaio, conquistando un ottimo dato di ascolti pari a 624.000 telespettatori per il 5,35 per cento di share.
A convincere il pubblico è, senza dubbio, il modo con cui Luca Barbareschi si propone ancora una volta di raccontare un modo politicamente scorretto, con temi avvincenti e ospiti appassionati, rubriche, musica e divertimento usando quel sense of humor che lo contraddistingue da sempre. E quel, “tanto io sono fatto così”, che gli ha permesso di costruirsi una carriera artistica, politica (nella destra italiana, passando da Popolo delle Libertà a Gianfranco Fini) e imprenditoriale priva di compromessi. E con leggerezza ha ospitato nel suo splendido studio di Roma, stile David Letterman Show, Serena Rossi e Vera Gemma, affrontando con loro temi delicati quanto impegnati come l’intelligenza artificiale, il “rischio” algoritmo e i rapporti interpersonali.
Sullo sfondo, a fare da cornice, splendide immagini di Torino, piazza Vittorio, la Mole Antonelliana, già, proprio la città cara a Barbareschi dove vive la sorella Valentina, una delle migliori restauratrici di opere d’arte d’Italia. Ogni puntata una città diversa ma Torino, assicurano da Viale Mazzini, tornerà. Il senso del bello e il gusto sopraffino sono una caratteristica di famiglia fra i Barbareschi originari di Milano dove il papà faceva l’ingegnere per la Edison.
Lo stesso Luca ha iniziato la trasmissione citando Caravaggio e strizzando l’occhio a Sgarbi cui, in quanto a gusto estetico, probabilmente, non ha molto da invidiare. E non finisce qui: ogni puntata (sei in tutto) proporrà diversi temi con gli ospiti stimolati sugli argomenti di cui discorrere in nome di una dialettica onesta e di una cultura libera. Ad accompagnare il tutto, la Marco Zurzolo Band.
Il programma è di Rai Cultura realizzato da Verve Media Company. Scritto da Luca Barbareschi, Giovanni Filippetto e Giuseppe Colella, Rossella Rizzi, Aldo Torchiaro. Collaborazione Gaia Montanaro. Scene Luca Arcuri. Capoprogetto Rai Cultura, Luisa Pistacchio. Produttori Esecutivi Verve Media Company, Paolo Rivieccio, Valerio Crescentini. Regia Alessandro Renna.
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