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Unione Musicale

Simon Zhu e il suo ciuffo freestyle a Torino: ecco chi è il violinista Premio Paganini

Il giovane talento ospite al Conservatorio mercoledì 24 gennaio

Simon Zhu

Simon Zhu, 22 anni

Con il suo ciuffo freestyle e il suo prezioso violino Bergonzi del 1760, arriva per la prima volta a Torino il violinista Simon Zhu, che a soli 22 anni ha vinto il Premio Paganini 2023, tra i più prestigiosi concorsi violinistici al mondo. Ad accoglierlo mercoledì 24 gennaio 2024 (ore 20,30) l’Unione Musicale al Conservatorio Giuseppe Verdi per la sua prima esibizione a Torino.

«Vincere il Concorso Paganini ad oggi è indubbiamente il momento più alto della mia carriera – ha dichiarato Zhu in una –, ma la vittoria non è mai stato il mio obiettivo principale. Il mio unico desiderio era migliorarmi il più possibile ed essere soddisfatto del mio modo di suonare; mai avrei pensato di vincere davvero. Ora il mio obiettivo è rendere la musica il mio lavoro e fare ciò che amo, con la speranza che il pubblico lo apprezzi!».

Nato in Germania nel 2001 da genitori cinesi, Simon Zhu ha imbracciato il violino per la prima volta all’età di sei anni. Precoce talento, ha potuto studiare con rinomati professori tra i quali Salvatore Accardo, di cui ha seguito i corsi di alta formazione all’Accademia Stauffer di Cremona, Ning Feng e Ana Chumachenco, con la quale si sta perfezionando a Monaco dal 2021.

La vittoria al Premio Paganini è solo l’ultimo di numerosi riconoscimenti ottenuti, grazie ai quali Simon Zhu si sta rapidamente affermando sulla scena internazionale. Tra le sue più importanti vittorie figurano il primo premio al 13° Concorso Internazionale Georg Philipp Telemann a Poznan (in Polonia) nel 2016, il secondo premio al Concorso Menuhin di Richmond (in Virginia), il Premio Mozart e il Premio della Comunità Europea EMCY. Simon Zhu è anche borsista presso l’Accademia Internazionale di Musica del Liechtenstein.

Per il suo debutto a Torino Zhu sarà accompagnato al pianoforte dal georgiano Mamikon Nakhapetov, considerato uno dei pianisti più eccezionali della sua generazione, noto per un approccio profondo e non convenzionale alla musica. Il suo straordinario talento si rivela non solo nel suo percorso come solista e camerista, ma è stato anche ampiamente riconosciuto con la vittoria di svariati concorsi pianistici internazionali.

Il variegato programma del concerto metterà in luce le doti virtuosistiche e interpretative dei due musicisti.

Le Sonate per violino solo op. 27 di Eugène Ysaÿe, composte nel 1923 e dedicate a rinomati violinisti dell’epoca, rappresentano l’evoluzione delle tecniche musicali del ventesimo secolo. La Sonata n. 4, dedicata a Fritz Kreisler, si ispira alle Sonate e Partite di Bach, ma spoglia l’opera bachiana da ogni profondità speculativa a favore di una assoluta esaltazione del virtuosismo, così che le forme di Allemanda, Sarabanda e della Giga convivono con espedienti tecnici di moderna ed estroversa impostazione come pizzicato, armonici e note acutissime.

Le prime nove Sonate per violino e pianoforte di Beethoven, inclusa l’op. 12 n. 3, appartengono al suo "primo periodo" e si conformano all’estetica di intrattenimento settecentesca. Queste opere mantengono un equilibrio tra virtuosismo ed eleganza, con una scrittura paritaria tra i due strumenti, distinguendosi per il loro contenuto ricco di idee e l’espressione melodica, che le rende degne rivali delle opere mozartiane.

Tale fu il successo dell’opera Tancredi di Rossini (presentata nel 1813 alla Fenice e alla Scala) che subito se ne fecero innumerevoli trascrizioni e variazioni sui temi favoriti. Alla moda non si sottrasse neppure Paganini che, per la sua Introduzione e variazioni op. 13, scelse la cabaletta «Di tanti palpiti», una melodia tenera e suadente ammirata da Stendhal e celebrata come l’emblema stesso dell’arte canora italiana.

I 24 Capricci di Paganini, scritti intorno al 1800, esplorano le possibilità tecniche ed espressive del violino costituendo una summa di virtuosismo che ha influenzato numerosi compositori successivi. Dedicati «Agli artisti», i Capricci richiedendo un professionismo e un livello tecnico superiori alla media; ciascuno di essi è imperniato su una o più difficoltà precise, che fungono da dato di partenza per l’invenzione musicale.

La Sonata op. 121 di Schumann esplora temi inquieti e nervosi, richiamando le opere giovanili dell’autore. Dotata di ampie proporzioni, la Sonata alterna momenti turbolenti a episodi lirici, riflettendo la profonda devozione di Schumann per lo stile di Bach.

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