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L'INTERVISTA

Il maestro Fenoglio del Coro di voci bianche del Teatro Regio: «Sanremo? I ragazzi sono elettrizzati. Non vedono l’ora...»

Dopo l'annuncio di Amadeus: «Ne porterò 20, il festival darà grande visibilità alla musica classica»

Il maestro Fenoglio del Coro di voci bianche del Teatro Regio: «Sanremo? I ragazzi sono elettrizzati. Non vedono l’ora...»

Alcuni dei ragazzi del Coro delle voci bianche del Teatro Regio di Torino, coro composta da ottanta ragazzi dagli 11 ai 16 anni

La telefonata è arrivata pochi giorni prima di Natale. «Mi ha chiamato il maestro Valeriano Chiaravalle - dice Fenoglio - e mi ha parlato della possibilità di una collaborazione con il Festival. Ho immaginato subito di coinvolgere il coro che dirigo». E fu così che il Regio acquistò un biglietto, o meglio, un carnet di biglietti per Sanremo. Ci sarà anche il Coro di voci bianche del Teatro Regio di Torino alla manifestazione canora più importante d’Italia. Si esibirà il 9 febbraio prossimo con Ivana Spagna e Clara nella quarta serata del Festival con “Il cerchio della vita”.
A darne l’annuncio ieri da Fiorello a “Viva Rai2!” lo stesso Amadeus, che ha così ufficializzato i duetti e le cover al centro della serata di venerdì 9. Del lungo elenco fa, dunque, parte anche il coro istruito da Claudio Fenoglio. «E i ragazzi sono a dir poco elettrizzati» rivela il maestro.
Che cosa significa per il Regio andare a Sanremo?
«Significa avere tanta visibilità. Noi facciamo tanta musica e abbiamo poca visibilità, a differenza della musica leggera».

Quanti ragazzi porterà a Sanremo?
«Venti. In realtà il nostro coro è composto da 80 ragazzi, ma per motivi logistici, di palco, saranno in numero ridotto».
È stato sorpreso dalla scelta di Chiaravalle di chiamare proprio il coro del Regio al Festival?
«Sono stato molto contento. Evidentemente il maestro Chiaravalle, che collabora da anni con il Festival ed è arrangiatore di artisti come Giorgia, aveva notizia della qualità del nostro coro. Mi ha detto: non voglio un coro di bambini, voglio un coro di voci bianche. Il programma, poi, mi ha interessato molto, perché si tratta di un lavoro sinfonico-corale, non è una canzone. Prevede un coro scritto a tre voci. Del resto avevo chiesto a Chiaravalle proprio qualcosa che valorizzasse le nostre qualità».
Come vi state preparando al Festival?
«Lavoriamo molto, anche perché abbiamo avuto poco tempo per farlo, visto il breve preavviso. Abbiamo preparato tutto in una sola settimana».


Quando partirete per Sanremo?
«Andremo il 31 gennaio per la prova e poi il 9».
Che cosa dirà ai ragazzi prima dell’esibizione?
«Quello che dico sempre: concentrazione, porsi bene sul palco e cose simili. Ma so comunque che non mi deluderanno. Sono ragazzi molto svegli, hanno dagli 11 ai 16 anni, era questa l’età adatta per il tipo di programma. Sono ragazzi molto motivati, che non si risparmiano. In questo periodo, per esempio, sono impegnati con le recite del “Piccolo Principe” e hanno cantato per il Comune di Torino per il Giorno della Memoria. Si danno da fare cercando di conciliare il coro con gli impegni scolastici, di famiglia e altro. Lo vedo con mia figlia che ne fa parte».
Ci sarà anche sua figlia?
«Sì, ci sarà».

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