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TEATRO STABILE
27 Gennaio 2024 - 16:49
L'attrice Lina Sastri interpreta la mamma della sposa
Tutto come in una sessione di flamenco. Con la musica flamenca eseguita da tre musicisti - due chitarre e una percussione-; con le parole degli attori sottolineate da “las palmas”, dal battito delle mani; con tutti gli attori in scena seduti sulle sedie, come avviene col flamenco, e dove tutti assistono contemporaneamente all’azione. Sì, perché “Nozze di sangue” di Gabriel García Lorca è stato pensato dal regista Lluís Pasqual, dice Lina Sastri, «come uno spettacolo di flamenco». L’attrice e cantante napoletana - due David di Donatello come migliore attrice protagonista in “Mi manda Picone” e “Segreti segreti” e un David di Donatello come migliore attrice non protagonista ne “L’inchiesta”, calcherà martedì 30 gennaio (in replica fino all’11 febbraio) il palco del Teatro Carignano di Torino, insieme con altri 11 attori, per portare in scena il dramma in tre atti dell’autore spagnolo, che l’adattamento e la regia di Pasqual, considerato il massimo interprete del teatro di García Lorca, ha ridotto ad un unico atto di 70 minuti. E per Lina Sastri Pasqual ha anche pensato ad un doppio ruolo. «Sarò la madre dello sposo e la sposa - è ancora l’attrice -, due generazioni diverse, due persone diverse nella stessa storia. Vivrò sia il dolore della madre per la perdita di un figlio, sia la passione, anche se unita al sacrificio e al tradimento, della sposa».
Una storia, quella scritta da Lorca nel 1933, tre anni prima della sua morte, ispirata ad un fatto vero. Il fatto avvenne a pochi chilometri da Granada, nella sua Andalusia. Lo spiega Pasqual nelle note di regia: «In una campagna secca, durante una festa di matrimonio, la sposa fugge con un lontano parente. Lo sposo tradito li insegue con un gruppo dei suoi e si finisce a coltellate e morti. La notizia appare sui giornali. Nella mente del poeta questa storia vera ha fatto un viaggio profondo e scuro e il suo racconto dei “fatti” è diventato un urlo contro qualsiasi “convenzione” nel campo dell’amore e un grido di libertà nel seguire la passione che brucia due cuori e due corpi in una stessa fiamma. Nel viaggio del racconto ha creato due personaggi enormi, due vittime, due donne: la fidanzata e la madre. Quelle che restano e che dovranno trascinarsi a vita il dolore e le ferite che procedono dal così detto “cainismo” spagnolo: fratello contro fratello, divisi fino alla morte».
Uno spettacolo tra prosa, danza e musica. «In “Nozze di sangue” c’è tanta musica, scritta anche da lui, da García Lorca, che era anche un grandissimo musicista - racconta il regista -. E questa musica bisogna farla sentire perché è quello che riempiva il suo corpo, la sua mano, il suo orecchio in una terra secca circondata dal mare».
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