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Che ci fa un Pinguino nelle Langhe? Così Orso Tosco ha sorpreso tutti

Una ragazza uccisa e un broker sospettato, un commissario atipico e la sua bassottina

CENA IN VIGNA 2023

CENA IN VIGNA 2023

Che ci fa uno scrittore weird, scappato evidentemente dagli scenari apocalittici di Londra, in mezzo alle colline delle Langhe? Alle prese con delitti e trame noir e il classico personaggio del commissario che investiga? Verrebbe da dire che si trova a suo agio, per quanto il passaggio da un genere - per quanto ancora di nicchia in Italia - così ben praticato a uno inflazionato come il noir lasci più interrogativi che risposte.

Orso Tosco è nato in Liguria, a Ospedaletti, una terra che lui definisce quasi «saracena» e avventurosa, ma nei suoi ricordi d’infanzia e giovinezza, delle belle estati, c’è la terra di Langa, quella che discende da Mondovì. Quella terra per cui guardi i vigneti sulle colline e sai che da quella parte c’è il mare, lontano, magari ne senti anche l’odore.

Proprio come accade al suo protagonista, il commissario Gualtiero Bava, un ligure che in Piemonte ci è finito per punizione.

È un tipo particolare Bava, detto il Pinguino. Per il fisico, corpulento ma “a pera”, con le braccia corte. Per l’incedere - quando fuma la pipa, assieme alla sua bassottina Gilda - perso nei propri pensieri. Eternamente vestito di velluto a coste, dipendente dalle benzodiazepine per tenere sotto controllo i suoi fantasmi e con l’ossessione di un amore infelice nel passato, è un personaggio fuori dal tempo e dal luogo - stai a vedere che è qui che ritroviamo l’eredità del weird -, che sa abbinare cinismo e umanità, una capacità di ragionamento particolare.

Al commissario Bava - sì, in realtà a indagare dovrebbero essere i carabinieri, ma c’è un motivo se invece se ne occupa la polizia - tocca un caso spinoso, proprio di lunedì, giorno già nero di suo. Rufus Blom, ricco broker che in Langa è venuto per sposarsi, mentre fa jogging sulle colline trova il corpo senza vita di una ragazza. Sulla schiena l’assassino le ha tracciato col sangue una svastica e un cognome, il suo: Blom. Ma è solo l’inizio di una trama intrecciata tra le parole e le righe, come quelle apparenti sciarade senza senso che il commissario si ripete nella sua mente. Della ragazza, infatti, nessuno sa niente. E probabilmente anche di Blom si sa meno di quanto si dovrebbe...

“L’ultimo pinguino delle Langhe” (Rizzoli, 17 euro) è quindi una incursione nel noir che non sfigura affatto, dove l’investigazione si sposa al gioco delle parole e che sembra essere il primo di una serie.

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