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Confessioni
29 Febbraio 2024 - 05:00
Pupo, ovvero, Enzo Ghinazzi
“Su di noi nemmeno una nuvola/Su di noi, l’amore è una favola / Su di noi, se tu vuoi volare”. “Su di noi” Pupo la canterà insieme con “Firenze Santa Maria Novella”, con “Gelato al cioccolato”, “Sarà perché ti amo” e tanti altri successi. Saranno la colonna sonora di “Su di noi… la nostra storia”, lo spettacolo che il cantautore toscano, reduce da un tour 2023 in Italia e in Europa, porterà lunedì 11 marzo al Teatro Colosseo di Torino.
«Non un concerto musicale come quelli che fanno i grandi artisti negli stadi e che si assomigliano un po’ tutti - spiega Enzo Ghinazzi, in arte Pupo -, questo è uno spettacolo unico, è la mia storia». Sì, perché ogni canzone è corredata da video, da foto, è intervallata da racconti, da momenti di intrattenimento. «È lo spettacolo della mia vita» dice.
E in questo spettacolo “Su di noi” è la canzone chiave?
«Certamente. L’avevo scritta nel 1980 e l’avevo portata a Sanremo, è diventata un inno popolare. Ma non proporrò solo le canzoni che sono diventate famose per il Festival, canterò anche “Ciao”, “Forse”, “Cosa farai”, “Bravo”».
A proposito del Festival di Sanremo, che cosa ne pensa di quest’ultima edizione e del fatto che Amadeus abbia deciso di lasciare?
«Amadeus ha fatto un grande lavoro. Ha riportato linfa vitale alla manifestazione. Io l’ho anche sentito dopo il festival e gli ho chiesto se fosse sicuro di lasciare, se ci avesse pensato bene. E’ difficile prendere il suo posto».
Lei lo farebbe?
«Assolutamente no. Non farei mai il direttore artistico, potrei fare il conduttore, quello sì. Ma il direttore no. Non so niente di musica moderna anche se i giovani li conosco bene, tra figli e nipoti».
Lei è stato da poco a Mosca e ci tornerà di nuovo il 15 marzo. Nell’aprile scorso la sua decisione di andare in Russia ospite di un festival aveva suscitato molte polemiche.
«Non mi interessano per niente. Per fortuna il mio complesso di superiorità e la mia arroganza mi salvano da queste cose. Vado a Mosca come sono andato in Kazakistan, Uzbekistan, e in tantissimi altri posti. Vorrei andare anche a Kiev, ne ho parlato con l’ambasciatore ucraino a Roma Yaroslav Menlyk, che è un mio amico. Purtroppo, adesso non si può andare per la guerra. Spero che finisca presto».
Che cosa farà a Mosca?
«Farò una trasmissione molto importante. Si intitola “Pupo and friends”».
E la sua famiglia “allargata”, con una moglie e una compagna, procede bene?
«Benissimo. Quest’anno festeggio i 50 anni di matrimonio con mia moglie. A luglio andremo una settimana a New York».
Verrà anche la sua compagna?
«No, lei mi sta organizzando il viaggio».
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