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Gossip & Giustizia

Il processo social: Naike Rivelli contro Barbara D'Urso, tra Instagram e Tribunale

Quando il gossip diventa legale: l’accusa di diffamazione da Instagram porta le celebrità italiane in tribunale

Il processo social: Naike Rivelli contro Barbara D'Urso, tra Instagram e Tribunale

Nel mondo del gossip italiano, le fiamme non si placano mai. Ma quando le scintille passano dai riflettori dei teatri alle aule di tribunale, la storia diventa più intrigante. Questo è il caso di Naike Rivelli, figlia dell'attrice Ornella Muti, e Barbara D'Urso, la regina indiscussa della televisione italiana.

Nelle carte processuali del tribunale di Alessandria, dove si sta svolgendo il processo, si legge che i fatti risalgono al 31 gennaio 2019, quando Naike Rivelli pubblicò due video sul suo profilo Instagram, commentando due interviste rilasciate da Vittorio Sgarbi e Silvio Berlusconi a Barbara D'Urso nel corso della trasmissione 'Pomeriggio 5'.

L'accusa sostiene che Rivelli, difesa dagli avvocati Antonio Pelle e Domenica Macrì, abbia usato espressioni tali da insinuare che il successo lavorativo della D'Urso fosse attribuibile non tanto alle sue capacità professionali, ma ai favoritismi ottenuti mediante espedienti legati alla sfera sessuale. Barbara D'Urso, rappresentata dall'avvocato Salvatore Pino, ha presentato querela per diffamazione.

«La signora D'Urso non ha individuato quella che è l'ironia e il sarcasmo di Naike nel dire alcune cose su un siparietto di un momento della trasmissione di 'Pomeriggio 5' - spiega l'avvocato della Rivelli, Antonio Pelle. Rivelli avrebbe semplicemente criticato il modello di televisione rappresentato dalla D'Urso, secondo Pelle.

Nella prima udienza ad Alessandria, D'Urso ha ripercorso i motivi che l'hanno portato a querelare la Rivelli per diffamazione, sottolineando come le dichiarazioni dell'attrice avessero superato il limite dell'ironia e del sarcasmo, rasentando la diffamazione.

Al momento, sembra che si stia paventando la possibilità di un accordo, non di natura economica - considerato che la D'Urso ha dichiarato di non essere interessata ad un risarcimento in denaro - bensì in forma di un messaggio di scuse. A prescindere dall'esito, questo caso mette in luce l'intersezione tra gossip, social media e diritto, e come le dinamiche del mondo dello spettacolo possano influenzare e penetrare altri ambiti della società italiana.

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