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L'eroica impresa al K2: il Museo Nazionale della Montagna celebra il 70° anniversario della storica scalata italiana

Documenti e memorie, in mostra il viaggio indimenticabile di quella spedizione attraverso le parole e le immagini dei suoi protagonisti

L'eroica impresa al K2: il Museo Nazionale della Montagna celebra il 70° anniversario della storica scalata italiana

I membri di quella storica spedizione datata 1954

Era il 31 luglio del 1954 quando Achille Compagnoni e Lino Lacedelli, facenti parte del gruppo di una spedizione italiana organizzata dal Cai, piantarono una picozza con le bandiere dell’Italia e del Pakistan a 8611 metri d’altezza, sulla vetta del K2, la seconda montagna più alta del mondo, la più difficile da scalare tra quelle degli 8 mila metri.

STORICA IMPRESA
Quella storica impresa è ora documentata al Museo Nazionale della Montagna in uno speciale allestimento permanente che si è inaugurato giovedì 28 marzo nelle sale del Monte dei Cappuccini, in concomitanza con il 150° anniversario della fondazione del museo. L’occasione è il 70° anniversario di quella salita diretta da Ardito Desio, che rappresentò un orgoglio nazionale. Documenti, fotografie, video, attrezzature e abbigliamento originali, appartenenti alle collezioni del museo e conservati nei ricchissimi archivi del museo raccontano una storia tutta italiana scritta da Ubaldo Rey, Ugo Angelino, Walter Bonatti, Ardito Desio, Lino Lacedelli, Ercih Abram, Gino Soldà, Achille Compagnoni, Cirillo Floreanini. Seduti: Sergio Viotto, Mario Fantin, Guido Pagani e Pino Gallotti, i componenti della spedizione organizzata dal Cai, prima a conquistare la montagna della catena dell’Himalaya, dopo che erano già fallite due spedizioni americane nel ’39 e nel ’53.


ARCHIVI STORICI
«La colonna portante del Museo Nazionale della Montagna di Torino - affermano il presidente Mario Montalcini e la direttrice Daniela Berta - sono i suoi archivi relativi alla cultura della montagna, non solo italiana, ma del mondo intero, raccolti nell’Area Documentazione insieme alla Biblioteca Nazionale del Cai, una delle più ricche di settore a livello mondiale. Questo patrimonio così ricco ci consente tanto di organizzare mostre temporanee quanto di porci l’obiettivo di rinnovare periodicamente parte dell’allestimento permanente». Il percorso espositivo, realizzato con il supporto scientifico di Roberto Mantovani, valorizza, tra l’altro, il ruolo che ebbero i portatori del Baltistan, la regione in cui si trova il K2, e documenta anche momenti drammatici di quella spedizione, come l’improvvisa morte del valdostano Mario Puchoz, il bivacco all’addiaccio di Walter Bonatti e del portatore hunza Amir Mahdi. In mostra, poi, alcuni beni di recente acquisizione, come le attrezzature di Pino Gallotti e le diapositive di Ugo Angelino e le foto di Umberto Balestreri.

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