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Stasera al Massimo
21 Aprile 2024 - 05:00
Carmen Russo e Enzo Paolo Turchi
Bella, dotata, sensuale, una diva d’altri tempi che il tempo non ha scalfito. L’emblema della donna di successo nel mondo dello spettacolo dove, inutile negarlo, femminilità e bellezza contano eccome, ma allo stesso tempo contano preparazione e carattere, valori e impegno. Sarà proprio lei, Carmen Russo, ballerina e showgirl genovese, classe 1959, accompagnata dal marito Enzo Paolo Turchi, danzatore e coreografo, e dalla loro figlia Maria (12 anni), a chiudere questa sera al Cinema Massimo l’edizione 2024 del Lovers Film Festival di Vladimir Luxuria. Chi meglio di loro. Una coppia rimasta insieme per oltre 40 anni che non ha mai ceduto alle tentazioni, una coppia solida che di quell’amore tanto decantato dal Lovers ne ha fatto concretezza. Sono entusiasti del loro ritorno a Torino, dove hanno partecipato negli anni a tanti varietà Rai, non vedono l’ora di vivere la città con la piccola Maria, e di fare divertire questa sera la platea del festival sulle note del “Tuca Tuca” di Raffaella Carrà, considerato il ballo più sensuale del secolo nonostante i suoi 53 anni…
Si può dire vero Carmen? Non è più un segreto?
«Sì, è vero, abbiamo in programma un omaggio a Raffaella Carrà…».
Com’è nacque il “Tuca Tuca” che Raffaella e Enzo Paolo portarono alla ribalta?
«Lo chiese Boncompagni a Gino Landi durante “Fantastico”, fu lui il coreografo del balletto che poi Raffaella e Enzo Paolo resero immortale. La prima volta che si cimentarono fecero scandalo, tanto che dai piani alti della Rai fu chiesto ai cameraman di non inquadrare completamente i movimenti. La puntata dopo, però, venne ospite in trasmissione Alberto Sordi che volle ballare il “Tuca Tuca” nella versione originale e così facendo lo sdoganò. Il “Tuca Tuca” lo ha ballato il mondo intero, è entrato persino nel Guiness dei primati».
Lei e Enzo Paolo siete una coppia rara, perfetta per parlare d’amore al festival dell’amore gay.
«Io e Enzo ci poniamo di fronte all’amore con la massima ammirazione, affetto, considerazione perché prima di tutto viene sempre l’amore. L’essere umano ha bisogno di amare, trovo riduttivo parlare di tendenze sessuali, nessuno si dovrebbe permettere di giudicare l’amore».
Siete insieme da oltre quarant’anni e sposati da 37, come si fa a formare un’unione così duratura?
«Non lo abbiamo stabilito, anche per noi era impossibile, non ci pensavamo proprio, ci siamo arrivati stando insieme, giorno dopo giorno. Non c’è un segreto, siamo simili nei valori, diversi nell’affrontare la vita, litighiamo, ci sono i confronti, ma alla fine rimaniamo sempre legati».
Mai caduti in tentazione?
«Non avrei mai messo a rischio il mio rapporto con mio marito. Stare insieme è una cosa seria».
Il vostro legame dodici anni fa è stato consacrato dalla nascita di Maria.
«La nostra storia non poteva non essere coronata dall’arrivo di un figlio, anche se è stato molto difficile arrivarci. Ma io ho la testa dura».
Ci racconti…
«Avevo le tube chiuse. Ho sofferto molto per questo ma ho insistito, ho intrapreso il percorso giusto. Sono rimasta incinta a giugno ma cercavo di non pensarci e di fare tutto normalmente, a settembre ho avuto la certezza che la gravidanza stava procedendo».
Desiderava una femmina?
«Io sì».
Maria balla come papà e mamma?
«No, non ne vuole sapere. Lei balla, gioca a tennis, a calcio e suona la batteria e il pianoforte».
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