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Flashback
05 Luglio 2024 - 10:00
Un'opera di Massimo Sacchetti
Non esistono confini netti fra natura e arte, anzi. Spesso quest’ultima si plasma attraverso la prima che, a sua volta, può diventare essa stessa arte. I non confini fra queste due entità sono rappresentati perfettamente nelle sculture del valdostano Massimo Sacchetti protagonista della mostra che si è aperta ieri a Flashback, in corso Giovanni Lanza 75, dal titolo “Galaverna”.
Inserita all’interno di Flashback Habitat Ecosistema per le Culture Contemporanee, l’esposizione sarà visitabile fino al 10 novembre 2024. Da ammirare negli splendidi spazi dell’ex brefotrofio, otto sculture “naturali”, ossia, le galaverne, nate da quel fenomeno atmosferico che si verifica quando, tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, la temperatura inizia ad abbassarsi e dalla brina si creano dei veri e propri cristalli. Forme fugaci e fragili eppure straordinarie, frammenti di ghiaccio che si depositano sui rami, sull’erba, componendo una geografia del paesaggio dalle tinte fiabesche, oniriche.
«Nel momento in cui la scultura è solo pensiero nella nostra mente e nella nostra memoria, essa può crescere e formarsi in un processo temporale. Allo stesso modo, una volta uscita dal nostro cervello e materializzata in oggetti concreti, la scultura cresce e si riproduce in quanto insieme di esperienze e di idee che si diffondono trasformandosi. Si tratta della stessa metamorfosi che avviene per le piante, che si riproducono dall’unione dei principi maschili e femminili messi in comunicazione dalla contiguità, dagli insetti, dal vento. Intesa come pensiero progettante la scultura raggiunge la sua forma con un processo mentale che attinge alla memoria e alla percezione dell’ambiente e delle materie impiegate nella costruzione» spiega Massimo Sacchetti.
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